Gemona: dagli scavi affiorano le monete della Patrie dal Friûl


Piero Cargnelutti dal Gazzettino di oggi

Ci sono anche alcune monete d’argento del 1300 risalenti alla Patrie dal Friûl fra i ritrovamenti negli scavi effettuati nell’ultimo anno dall’associazione storico-archeologica Valentino Osterman presso la cripta sud del duomo , pure conosciuta come sacello di San Michele e San Giovanni Battista. «Si, ora sono al vaglio del nostro esperto di monete antiche – spiega Enzo Forgiarini della Osterman – che sta studiando per capire l’anno preciso. Sono 3-4 monete, si cerca di capire se sono del 1350 o successive, se fanno riferimento al periodo del patriarca Bertrando, ma come tutti i ritrovamenti che abbiamo portato alla luce c’è bisogno di un lavoro paziente di analisi e schedatura». Un lavoro di scavo portato avanti da oltre una decina di volontari, sotto la guida dell’architetto Davide Casagrande e in collaborazione con la Soprintendenza regionale che nel giro di un anno sono riusciti a raggiungere quote di -2,50/-2,80 metri sotto il cortile del duomo, mentre l’ultimo sondaggio di metri 4,00 x 2,00 fino alla base dell’ossario, arriva a -8,00 metri dal cortile e quindi a circa 70 centimetri sotto la quota attuale di Porta Udine. Un punto cruciale quello ora raggiunto dal suddetto sondaggio: «Proprio nei prossimi giorni – spiega ancora Forgiarini – l’architetto Casagrande ci farà visita e realizzerà le sue analisi per capire che tipo di sedimento abbiamo raggiunto, e soprattutto se ci troviamo di fronte ai resti di una torre collegata a Porta Udine, oppure se sono strutture relative all’antico duomo precedente a quello attuale». In quello scavo, che ha previsto una grande quantità di metri cubi di terra esportati con il lavoro paziente dei volontari, emerge ora sempre di più la storia di quel duomo ma anche della comunità di Gemona; dai -2 metri con i resti dell’epoca lombardo-veneta al periodo napoleonico, e poi, andando sempre più a fondo, fino al 14°-15° secolo: «Abbiamo trovato – dice Forgiarini – ceramiche del 1300, bagatini veneziani, crocefissi di bronzo, bibbie alto-medievali, medaglie, molte ossa ovviamente, materiali di diversa epoca che, una volta schedati e riordinati, ci aiuteranno a capire sempre di più la storia di Gemona. Del resto, quello del duomo fino a via Altaneto era il primo nucleo abitativo, seguito dalla seconda cerchia fino a Madonna di Fossâl e alla terza cerchia che passa dietro l’Università, uno dei nostri prossimi siti in cui lavoreremo». I materiali verranno presto trasportati nella sede di Ospedaletto concessa dal Comune all’associazione per essere studiati e schedati, e prima o poi diventeranno patrimonio di tutti nei musei di via Bini.<br />