Il Moviment Friul ….. menilu pal cul!

Lei, il consigliere provinciale Valeria Grillo unico eletto nella lista del Movimento Friuli, rinnega di rappresentare questa compagine. E scatena la reazione proprio del Mf che, attraverso le parole del suo portavoce Alberto di Caporiacco, fa sapere: «Siamo di fronte a un incomprensibile atto della Provincia di sconoscenza del risultato delle elezioni, visto che l’Ufficio elettorale del Tribunale di Udine ha chiaramente assegnato un seggio al Movimento Friuli».
Prosegue così la querelle tra la Grillo e il partito con cui è stata eletta. Un rapporto tra “separati in casa” mai celato. Fin dai giorni successivi al rinnovo dell’amministrazione provinciale, quando il Mf (lista nata a sostegno del rieletto presidente Marzio Strassoldo) avendo conquistato un seggio chiedeva, come da accordi pre-elettorali, la nomina di un assessore indicandolo proprio in di Caporiacco. Una richiesta non certo gradita alla Grillo, delfina del presidente ed eletta proprio nella compagine autonomista. E così il Mf non ottenne assessori, mentre alla Grillo venne affidato l’incarico di delegata alle politiche linguistiche, alla cultura e alle pari opportunità, un quasi-assessorato.<br />
Oggi a far riemergere la frattura è una specifica richiesta di Mf inviata via e-mail al segretario generale della Provincia, al presidente e al vicepresidente vicario del consiglio e a tutti i capigruppo di maggioranza e opposizione, per sapere se agli atti «vi siano – spiega di Caporiacco – comunicazioni scritte della consigliera di appartenere a forza politica diversa da Mf, cessandone la rappresentanza». Una richiesta scatenata dall’osservare come, in diverse pubblicazioni locali, siano comparse pagine di pubblicità istituzionale della Provincia con l’elenco dei consiglieri e la loro appartenenza politica. Elenco in cui accanto alla Grillo appare l’indicazione “autonomista”.
L’e-mail non ha ancora trovato risposta, ma a fare chiarezza ci pensa la diretta interessata. «Non c’è mai stato alcun atto formale attraverso cui ho smesso di rappresentare Mf, ma nemmeno il contrario – attacca la Grillo – perché non ho mai rappresentato questo movimento. Come da patti nella costituzione della lista, mi sono candidata per dar voce al mio gruppo di autonomisti e i patti sono sempre stati chiari».
A chiederle a quale gruppo di autonomisti appartenga o se quello che vuole rappresentare è “Identità e innovazione”, l’associazione voluta da Strassoldo e da lei presieduta, la risposta è secca. «L’associazione è culturale, anche se sempre di politica si tratta – chiarisce la Grillo – , e non ha nulla a che fare con il mio posto in consiglio provinciale. Sono stata ospitata nella lista di Mf con altri esponenti autonomisti che non appartengono a Mf. E la lista, secondo me, è stata erroneamente chiamata così, visto che anche il simbolo era il mix tra lo storico vessillo del Mf e la nostra bandiera».
Una precisazione che di Caporiacco respinge. «Istituzionalmente la Grillo ha firmato un atto di accettazione della candidatura con il Mf, senza alcun altro distinguo e se siamo degli “utili idioti”, lo dica – conclude di Caporiacco – , perché grazie all’inserimento nella nostra lista lei ha ottenuto il posto in Provincia e noi non siamo neanche rappresentati?». E lo scontro si acuisce.

2 Risposte a “Il Moviment Friul ….. menilu pal cul!”

  1. Al momento di scrivere questa realtà della politica italiana, ho pensato di inviarla per conoscenza a tutti coloro che ritengo meritevoli di sapere le verità nascoste. Forse su qualcuno talvolta mi sono anche sbagliato, ma non importa, nessuno è perfetto. Devo dire che ho anche incontrato persone stupende non corrotte neppure da false tesi politiche e che hanno manifestato solidarietà alla vittima del crimine che io come infermiere assisto nella sua malattia grave. Continuerò ad adottare a testa alta questo sistema, invitando a dare maggior spazio alla riflessione e meno ad una ideologia che isola dalla realtà, ritenendo che chi legge l’accetti facilmente tentati di andare sempre oltre alle prime righe di riflessione per vedere anche le prove di come in silenzio e di nascosto in Italia si distrugge una vita.

    COLPE DI STATO – STRATEGIA E ORRORE DELLA GIUSTIZIA FINTA IN UNA FALSA DEMOCRAZIA

    L’indifferenza non potrà mai distruggere l’informazione. Ci sorprende sempre più il fatto che ognuno di noi fatica persino solo ad immaginare il crimine che viene fatto consumare con gli stessi metodi e le stesse ambiguità. In tal caso, un cittadino, di fronte alla constatazione di violazione di legge e conseguenti effetti di torture psico-fisiche, può solo portare la propria testimonianza.

    Una testimonianza diretta di crimini, ingiustizie, abusi, sospette gravi corruzioni perpetrate, senza che se ne abbia mai avuta alcuna notizia, perché molto bene mascherate come fossero “azioni giuste”, “politiche istituzionali”, “lotte al terrorismo”. Tutta questa farsa viene portata avanti persino in nome di una democrazia che di fatto oggi è agonizzante, di una vera libertà che in verità è inesistente e di una religione che è divenuta solo come favola per bambini.

    Si organizza ogni particolare sotto gli occhi compiacenti, distratti e disumani dei media: nessuno fa niente e continua persino a comprare la carta stampata riportante parecchie mezze verità.

    In tutto questo caos c’è chi ha il coraggio di protestare ad oltranza per le torture che subisce, per le conseguenze che vengono causate, per le derisioni e lo scherno schiaccianti che vi si aggiungono, per i danni alla persona lasciati impuniti, in un pantano di una palude così putrida di illegalità dopo che una vita è stata irrimediabilmente distrutta non si può subire e basta: si deve protestare ad oltranza!

    Abitualmente noi ci sediamo per vedere un film che viene proiettato, ma senza dubbio i racconti da fonti dirette offrono anche un contatto con la realtà, con la verità senza fantasia. Essi sono un allarme per il progresso inesistente, un monito per gli individualisti, una preoccupazione per l’avvenire.

    Si vedono i riflettori puntati sulla forza dell’illegalità occulta, si osserva scomparire la dignità della vittima di reato nelle oscurità delle aule del tribunale, in attesa vana di un processo regolare: si vedono e si subiscono le regole malate della democrazia finta.

    Sono diverse proiezioni della realtà che ci inducono a riflettere e commentare, come casi singoli, ma nell’insieme danno un’immagine della politica devastante che, per la disumanità sempre più in voga, divora la stabilità del Paese.

    Dal diario scritto ed esposto anche in internet della Signora Giovanna Nigris si auspica di fare sapere ciò che certi malviventi protetti dalla politica preferiscono non farci sapere, per lasciarci nell’ignoranza e nella presunzione di sapere.

    Ho voluto collaborare per anni all’esposizione di questi fatti e prove per fare sapere ai lettori che in Italia si vive una finta democrazia, in quanto durante i governi fantoccio la sovranità del popolo italiano non è affatto né una regola consolidata, né fattiva, né vera.

    Dove sta andando l’Italia con i governi fantoccio?

    E’ questo il modello di democrazia che viene esportato e imposto con le guerre?

    Un cordiale saluto e buona giornata. Giacomo Montana

I commenti sono chiusi.