Se il petrolio sale, la benzina sale; ma se scende la benzina resta uguale! Se infatti solo pochi mesi fa, quando il prezzo era in salita, pareva non si potesse parlare d’altro, oggi le notizie su questo argomento si fanno ben più rade e presto si capisce il perchè: il prezzo della benzina è rimasto praticamente invariato negli ultimi tempi, forse è un po’ calato, ma diciamo un litro non riusciamo certo a pagarlo meno di 1.40-1.43 euro; uno penserebbe che anche il prezzo del barile di petrolio sia rimasto piò o meno invariato e invece… un barile di petrolio costa oggi 50 dollari in meno che qualche mese fa: dal top a quasi 150 dollari a barile, ora si gira intorno agli 90-100!! La benzina dovrebbe quindi, a stento, raggiungere 1.20-1.25 euro al litro… 20 centesimi in meno dell’attuale importo!!!
Ora una domanda e una preoccupazione giungono a molti consumatori (ovviamente senza risposta, men che meno dalle autorità statali che, con tasse sui carburanti e simili introitano una fetta enorme di ricavati): perchè quando devono salire i prezzi dei carburanti questi vengono modificati giorno per giorno (spesso eccedendo) e quando dovrebbero calare (e di molto) restano stabili per lunghi periodi, senza che nessuno faccia nulla? Qui non si discute di cali minimi di 1-2 centesimi, ma si parla di cifre dai 10 ai 20 centesimi essendo buoni con le “sette sorelle”… la preoccupazione che giunge è la seguente: se ora che il petrolio costa meno il prezzo non scende, quando ritornerà inevitabilmente su (prima o poi è naturale che succeda) quando partiranno gli aumenti delle compagnie? Da subito o, almeno in quest’occasione, saranno oneste e aspetteranno di rigiungere ai 140 dollari al barile prima di aumentare i costi per gli utenti?
Insomma, che le compagnie petrolifere vogliano guadagnare il più possibile è plausibile… certo non a questi livelli speculativi da strozzini però… che non sia forse l’ora di finirla di lasciar fare a queste compagnie (e allo stato) il bello e il cattivo tempo?
bisogna vedere a che prezzo scaricano l’indomani i carburanti venduti il giorno prima, fregando sia gli automobilisti che lo stato