Lauco: Optikarnia inaugurata la nuova sede con il riuso di una struttura pubblica in abbandono

 

La Optikarnia è una società cooperativa che al momento occupa cinque dipendenti, ma che come ha anticipato la presidente Adami, in un prossimo futuro potrà offrire ulteriore sviluppo occupazionale a favore dei giovani dell'Altipiano di Lauco. La cooperativa era stata costituita nel 2000 per produrre occhiali. Poi le tendenze di mercato avevano suggerito ai soci di riqualificare l'attività aziendale orientandola verso le protesi medicali di alto livello, che tuttora produce in raccordo con la Lima di Anduins. Due spunti importanti, dunque, ovvero il riuso di una struttura pubblica in abbandono, e la capacità degli imprenditori locali di affrontare le difficoltà con spirito creativo, imprenditoriale e cooperativistico, colti dal presidente Tondo, per rilevare come anche la comunità di Lauco negli ultimi dieci anni abbia saputo riconvertire proficuamente la propria realtà.<br />
E' un messaggio forte, che riflette la volontà e la capacità della nostra gente, in particolare quella di montagna, di reagire alla crisi economica rinnovandosi e ricercando nuove opportunità imprenditoriali, quello trasmesso attraverso l'inaugurazione di una nuova attività economica, a Lauco, da una imprenditrice della Carnia, e messo in evidenza dal presidente della Regione, Renzo Tondo.
"Ognuno deve saper fare con le proprie forze" ha detto Eva Adami, presidente della cooperativa Optikarnia della quale è stata aperta la nuova sede.
Il tradizionale taglio del nastro da parte del presidente era infatti relativo alla riconversione in sede produttiva di un capannone di 400 metri quadrati realizzato nel 1983 per attività sportive e del tempo libero.
Da una situazione di abbandono nella quale la zona versava da tempo, anche grazie all'impegno dell'amministrazione comunale e il sostegno della Regione e della Provincia si è passati a una condizione di sviluppo, legata in particolare alla valorizzazione delle attrattive naturali e turistiche del territorio.
Come aveva ricordato il sindaco, Dionisio Olivo, attraverso la creazione dell'albergo diffuso, la realizzazione e la sistemazione dei percorsi naturalistici e ciclistici verso lo Zoncolan, la valorizzazione della Forra del Vinadia ed eventi, come il passaggio del Giro ciclistico d'Italia (la corsa rosa riattraverserà Lauco anche quest'anno), la scalata dello Zoncolan in Mountain bike, il Rally Carnia Alpe Ronde, le tradizionali celebrazioni del Venerdì Santo che qui hanno un significato particolare.
Tra gli elementi esemplari che Tondo ha rilevato nell'occasione, il recupero del capannone, un edificio come ve ne sono numerosi sul territorio regionale, nato per ospitare attività ricreative che si sarebbero dovute consolidare ed espandere in diverse condizioni di sviluppo economico della società, per dedicarlo ora alla ripresa e alla crescita della comunità locale.
A cio' si aggiunge il vero spirito cooperativistico manifestato dalla Optikarnia, che può stimolare realtà analoghe a valorizzare le proprie potenzialità, dando il via a una nuova stagione di sviluppo.
Perché, ha concluso il Presidente Tondo, non esiste una vera ricetta per uscire dalla crisi.
Ma occorre seguire l'esempio di chi ha saputo rischiare la propria attività, e ha esaltato la propria imprenditorialità per ricercare e individuare nuovi spazi di mercato, privilegiando la qualità delle produzioni.
Alla cerimonia, condotta dal vicesindaco, Stefano Adami, per manifestare la vicinanza delle istituzioni alla comunità dell'altipiano di Lauco e agli imprenditori, sono intervenuti anche il presidente della Provincia di Udine, Pietro Fontanini, che ha ricordato la consegna del Premio Epifania a Tarcento all'industriale Lualdi, della Lima, azienda alla quale fa riferimento la Optikarnia ed è in espansione, i consiglieri regionali, Cacitti e Franco Baritussio, e i sindaci e amministratori della vallata.
Adiacente al capannone riattato, finanziato dalla Regione, c'è la centrale a biomassa con la quale l'amministrazione locale riscalda i propri edifici. Un ulteriore esempio di capacità del territorio e della gente della montagna di adattarsi alla realtà che cambia