Ovaro: al via la rassegna «Libri nel bosco», proposta dall’albergo diffuso Zoncolan

Comincia oggi a Ovaro la rassegna «Libri nel bosco», proposta dall’albergo diffuso Zoncolan con il patrocinio del Comune e del Consorzio boschi carnici. Primo incontro oggi alle 18, ingresso libero, nella sala del complesso turistico ambientale di Aplis, lungo il corso del fiume Degano. Sul tema «Il cammino delle pievi: il progetto e la guida» parleranno la giornalista Melania Lunazzi (che ha curato il libro apparso nel 2011) e Pietro Cosatti, presidente del comitato nato per far conoscere il suggestivo itinerario capace di unire le splendide pievi carniche, in un viaggio tra natura e spiritualità. Un modo per spiegare storia, religione, arte e tradizioni della montagna. Gli altri incontri della rassegna si susseguiranno ogni venerdì, stesso orario, fino al 21 agosto.di Davide Vicedomini Dall’arte romana di Aquileia a quella gotica presente in numerose chiese, dai monumenti longobardi alle grandi opere del Quaglio e del Tiepolo nell’epoca d’oro del 1600 – 1700. «Storie de art in Friûl» racconta la storia dell’arte in Friuli, con una particolarità. È scritto in “marilenghe”. Un unicum nel panorama regionale. Mai prima d’ora l’arte friulana era stata scritta, letta e studiata nella sua lingua. A regalare questa nuova perla è Bepi Agostinis, uomo di cultura, appassionato di poesia, ma anche della prosa e del teatro, e che da 50 anni fa della difesa della lingua friulana il suo cavallo di battaglia. La nuova pubblicazione è stata presentata ieri nel salone del Consiglio della Provincia di Udine. Un volume che fa dei numeri la sua forza: 453 pagine corredate da 130 fotografie, 112 libri consultati e inseriti nella bibliografia. «Non è la semplice traduzione in marilenghe di un’enciclopedia – spiega l’autore -, ma un lavoro scientifico che vuole rivelare l’anima della cultura artistica del nostro territorio». Bepi Agostinis prende per mano il lettore e lo guida dalla preistoria al 1950 alla scoperta delle bellezze del Friuli. Storie conosciute ai più, già lette e studiate, come quelle dell’arte romana di Aquileia o dell’archiettura e dei monumenti longobardi di Cividale; ma anche storie di nicchia, come quella degli scalpellini di Vito D’Asio e Maniago che hanno dato vita a rosoni e portali unici in Italia. O come la storia dei maestri lignei di Tolmezzo che nel 1400 non avevano eguali nel panorama nazionale. Un viaggio nel viaggio: perché dalle varie epoche si passa ai vari luoghi che simboleggiano l’arte friulana. Ed ecco allora il duomo di Gemona, la massima rappresentazione del gotico in Provincia, cominciato nel 1190, il Duomo di Venzone e la Pieve di Zuglio. Sono proprio le chiese e poi in un secondo momento i palazzi dei patrizi e della classe borghese a far riaffiorare le preziosità dei migliori maestri, dal Quaglio a Odorico da Pordenone, dal Tiepolo a Niccolò Grassi. «Questo libro – dice Agostinis – l’ho scritto per tutti, per il popolo, per la gente come me, ma anche per i maestri che insegnano il friulano nelle scuole, per coinvolgere gli studenti e far conoscere così le tante opere che abbiamo fatto in Friuli, e che tanti di noi non conoscono». «Il volume – conclude l’autore – è corredato anche da un glossario per spiegare i termini tecnici che la gente non conosce. È un libro che amo definire didattico, perché uso termini semplici alla portata di tutti». «Bepi Agostinis ci ha regalato una nuova perla – ha affermato nel corso della presentazione dell’opera il presidente della Provincia di Udine Pietro Fontanini – L’amore per la sua terra, la sua lingua, la sua storia lo ha portato ad approfondire in modo particolareggiato anche la sua arte».