Paluzza: cordoglio per la tragica scomparsa di Davide Cattelan

 
Foto da Facebook.

Davide Cattelan, di 38 anni, originario di Paluzza ma residente ad Attimis , e’ morto dopo essere precipitato per un centinaio di metri sul versante italiano del Ganspitz, il picco camoscio, nella zona di Pramosio, in Carnia. Il fatto e’ accaduto ieri, ma soltanto oggi dopo ricerche cominciate ieri e interrottesi soltanto per breve tempo in nottata, i finanzieri del soccorso alpino della Guardia di Finanza di Tolmezzo hanno trovato e recuperato il corpo di Cattelan. Questi era uscito ieri da solo; è deceduto per i politraumi riportati. Le squadre del soccorso alpino lo stavano cercando da ieri sera quando i familiari avevano dato l’allarme. La salma dell’alpinista è stata messa a disposizione della Procura di Tolmezzo.

Di segiuto il comunicato ufficiale del CNSAS

 

 
” Dalla tarda serata di domenica i soccorritori della stazione CNSAS di Forni Avoltri e della Guardia di Finanza di Tolmezzo sono stati impegnati in un delicato intervento di ricerca prima e di recupero poi, sulla parete sud della Creta di Timau, in comune di Paluzza, intervento che si è concluso solamente questa mattina, con esito, purtroppo, tragico. Nella tarda serata di domenica, i familiari di Davide Cattelan, trentottenne originario di Paluzza e residente ad Attimis, hanno allertato le squadre del locale soccorso alpino in quanto il loro congiunto non aveva fatto ritorno a casa dopo essere partito in mattinata per un’escursione sul Gamspitz. Attivati, i soccorritori a notte fonda hanno immediatamente ritrovato l’automobilìe del Cattelan parcheggiata a Timau dove inizia il sentiero n. 402. Sentiti i familiari circa il programma del giovane, le squadre sono partite ripercorrendo gli itinerari classici della zona alla luce delle torce elettriche. Dopo alcune ore i soccorritori sono ridiscesi a Timau senza aver trovato alcuna traccia e, mentre si aspettavano le prime luci dell’alba, è stata allestita la base presso il campo sportivo del paese, pianificando nei dettagli le operazioni della giornata seguente. Di prima mattina le operazioni di ricerca sono state riprese con l’ausilio di alcune unità cinofile (del CNSAS e della Guardia di Finanza), di alcuni cacciatori locali e dell’elicottero messo gentilmente a disposizione dalla Protezione Civile regionale. Ed è proprio grazie al determinante intervento di questo mezzo che è stato possibile avvistare prima, e recuperare poi il corpo ormai esanime del Cattelan, che è stato successivamente trasportato nella cella mortuaria della parrocchiale di San Daniele di Paluzza per la ricomposizione della salma e per gli accertamenti di legge.

 

Una prima ricostruzione della tragedia porta a dedurre che il giovane voleva percorrere l’impervio tratto di cresta che congiunge il Gamspitz alla Creta di Timau, percorso non segnalato sulle cartine e caratterizzato da rocce friabili e prati verticali. In un punto particolarmente esposto ed insidioso di questa cresta (il rio della Tone) il malcapitato ha probabilmente messo un piede in fallo, precipitando per diverse decine di metri fermandosi sull’orlo di un dirupo. Questo appena concluso è stato un fine settimana particolarmente intenso per i soccorritori della stazione di Forni Avoltri e della Guardia di Finanza e dei Carabinieri di Tolmezzo, intervenuti più volte sulla stessa parete del Gamspitz e della Creta della Cjanevate in delicate operazioni di recupero. Dato il periodo particolarmente invitante alle attività alpinistiche ed escursionistiche, si raccomanda, ancora una volta, di pianificare attentamente e secondo le proprie capacità le uscite che si vogliono effettuare non mancando di consultare i bollettini meteorologici.”

 

2 Risposte a “Paluzza: cordoglio per la tragica scomparsa di Davide Cattelan”

  1. Aggiornamento del 03/07/2012

    di Giacomina Pellizzari (ha collaborato Gino Grillo)

    La montagna friulana fa un’altra vittima, la seconda nel giro di 24 ore (la quinta in un mese). A tradire l’esperienza maturata in tante scalate da Davide Cattelan, un ingegnere di 37 anni nato e cresciuto a Naunina di Paluzza, ma residente ad Attimis, è stata l’attraversata che dal monte Gamspitz porta alla Creta di Timau. Lungo questo percorso, Cattelan, che da solo avrebbe voluto arrivare sulla Creta per assaporare l’ebbrezza della cima, domenica è scivolato precipitando per un centinaio di metri, in una zona piuttosto impervia. Il corpo privo di vita è stato trovato ieri mattina dagli uomini del Soccorso alpino della Guardia di finanzia, impegnati nelle ricerche dalla sera precedente. A dare l’allarme domenica erano stati i familiari che, non vedendo rientrare l’ingegnere, hanno pensato al peggio. Ancora una volta era stata la passione per la montagna a spingere l’altra mattina l’ingegnere sui monti di Timau. Una passione che coltivava da sempre e per questo era in grado di affrontare la fatica anche da solo. Ma stavolta, nonostante l’uomo fosse dotato di una buona attrezzatura (a riferirlo sono stati gli uomini del Soccorso alpino), probabilmente ha imboccato un percorso troppo impervio, non segnalato sulle cartine e caratterizzato da rocce friabili e prati verticali. Stando alla ricostruzione dei soccorritori, infatti, in un punto particolarmente esposto e insidioso situato nelle vicinanze del rio della Tone, Cattelan molto probabilmente ha messo un piede in fallo precipitando per un centinaio di metri. Ad allertare il Soccorso alpino è stato il suocero quando, dopo averlo atteso invano per ore, ha prima raggiunto l’auto parcheggiata all’imbocco del sentiero 402 e, non trovando tracce di Davide, ha deciso di mettere in moto la macchina dei soccorsi. A quel punto, gli uomini del Soccorso alpino della Guardia di finanza di Tolmezzo e Sella Nevea, assieme ai volontari del Soccorso alpino di Forni Avoltri, con l’ausilio dell’elicottero della Protezione civile, hanno iniziato a perlustrare la parete sud della Creta di Timau. Le ricerche sono proseguite fino a notte fonda, tant’è che, alle 3, le squadre sono state costrette a sospendere le operazioni perché, complice il buio, non erano in grado di operare in sicurezza. Alle prime luci dell’alba, però (erano circa le 5,30), i soccorritori, affiancati da alcuni cacciatori della zona e dalle unità cinofile sono ripartiti e durante una ricognizione area hanno individuato il corpo del trentasettenne sull’orlo di un dirupo. Per recuperare la salma, si è reso necessario un delicato intervento di imbraco in hovering. La salma è stata ricomposta nella cella mortuaria della parrocchiale San Daniele di Paluzza dove, ora, è a disposizione della magistratura che deve rilasciare il nulla osta per la cerimonia funebre. L’ingegnere, quando gli impegni lavorativi glielo consentivano, con al seguito l’attrezzatura necessaria, affrontava le scalate. Lo scorso marzo, attraverso il sito internet “Sentieri natura”, aveva chiesto informazioni sulle creste del Musi. In quell’occasione, Cattelan si complimentava per il grado di manutenzione del sentiero che sale al monte Cardin. Questo per dire che l’ingegnere non era affatto uno sprovveduto. Al contrario, era uno che la montagna la conosceva bene e quindi sapeva che dietro i paesaggi mozzafiato si nascondono le insidie. Ma, nonostante ciò, anche lui non è riuscito a evitare la morte su quei monti che amava proprio perché lassù era nato e cresciuto. «Non era un novello della montagna – fanno notare anche i soccorritori della Guardia di finanza -. Anzi, era un escursionista attrezzato molto bene». Ma alle volte, e questo caso lo conferma, neppure le accortezze tecniche riescono a scongiurare il peggio. L’uomo lascia nello sconforto la moglie Sonia Moro, di Treppo Carnico, il figlio, la mamma, il fratello, parenti e amici con cui aveva condiviso anche la passione per la montagna. Una montagna troppo insidiosa in quest’estate bollente. Basti pensare che Cattelan è solo l’ultima vittima di una sequenza di incidenti che, sempre domenica scorsa, ha provocato la morte di un altro alpinista, Luigi Danielis, di Udine. Qualche settimana prima era toccata a Rosetta Raciti sempre di Udine e a due sottufficiali, di stanza alla caserma Berghinz. Non a caso i soccorritori della stazione di Forni Avolti, della Guardia di finanza e dei carabinieri di Tolmezzo, intervenuti nell’ultima settimana più volte anche sul Gamspitz e sulla Creta della Cjanevate per recuperare persone in difficoltà, raccomandano di pianificare attentamente le escursioni, valutando soprattutto le proprie capacità. Non senza, ovviamente, consultare i bollettini meteorologici.

  2. aggiornamento del 04/07/2012

    di Gino Grillo

    Davide Cattelan, il 37enne morto a seguito di una caduta sul Gamspitz, è stato sepolto ieri pomeriggio nel cimitero della frazione di Naunina, suo paese natale. Dopo il nullaosta rilasciato dall’autorità, la salma del giovane ingegnere della Euroll Spa di Attimis, dove aveva la residenza con la moglie Sonia ed il figlioletto Raul, è stata composta nella serata di lunedì nella chiesa di San Daniele di Naunina dove è stato recitato, all’imbrunire, un rosario e che ieri ha accolto i funerali del giovane. Compatto il popolo della montagna, proveniente anche da fuori dei confini della Carnia, che ha tributato allo sfortunato giovane l’estremo saluto. Alle 16 la chiesa sul colle era già gremita di gente: qui il parroco don Tarcisio Puntel, assieme ad altri due sacerdoti, ha atteso i fedeli e officiato il rito funebre. Don Tarcisio ha ricordato la figura dello scomparso rimarcando come siano tante le persone, in particolare giovani, che ha dovuto accompagnare nel loro ultimo viaggio. La figura dell’ingegnere è stata ricordata pure da Carlo Bozza, presidente dell’associazione alpini Pal Piccolo cui era iscritto Davide. Toccante il momento in cui hanno preso la parola i piccoli compagni di Raul della scuola di Attimis. Accompagnati dalla loro maestra, hanno ricordato che «quando manca un papà in una famiglia, questa è la cosa più triste che possa accadere a un bambino». Hanno quindi espresso il loro cordoglio promettendo di stare ancor di più accanto al loro amico che attendono per l’inizio del prossimo anno scolastico. Nonostante le indicazioni della famiglia Cattelan di ricordare Davide con opere di carità e non fiori, non sono mancate le corone, anche della casa di riposo di Paluzza che è stata diretta per diversi anni da Adriano, il padre dello scomparso. A ricordare Davide, poi, sono stati anche gli uomini dell’Ana e del Cai. «Era un ottimo allievo – ricorda Paolo Cozzarolo del Cai di Cividale – probabilmente il migliore fra i 30 allievi che hanno preso parte al corso di introduzione all’alpinismo nel 2011 e al corso di roccia quest’anno. Era di una precisione certosina, sempre attento e scrupoloso: chiedeva sempre consigli e si informava sui vari tragitti, consultando guide locali, cartine e documenti fotografici che spesso discuteva con noi». L’unico difetto era quello di uscire in montagna da solo. «Probabilmente l’essere in compagnia in questo caso non gli avrebbe giovato – prosegue Cozzarolo – ma lo rimproveravamo sempre di non andare in montagna da solo». Davide esternava la necessità, il suo bisogno fisico di immergersi nell’ambiente montano, «cercava sempre cose particolari da studiare e sperimentare» in particolar fra le montagne dove era cresciuto.

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