Paluzza: salvate il soldato Tite (TeleAltoBut)


di Diego Di Centa

L'avvento del digitale terrestre, oltre ad aver creato diversi disagi in tutte le famiglie per l'inadeguatezza della gran parte degli impianti tv alla ricezione del nuovo tipo di segnale, potrebbe essere una pesante mannaia anche per l'emittente locale Telealtobut (Tab) nata nel lontano 1982, grazie alla passione dell'edicolante Battista Muser che con dedizione e sacrificio ha trasmesso ininterrottamente fino ai giorni nostri. Tab nel tempo ha progressivamente raggiunto molte località della Carnia  espandendosi in Val d'Incarojo, Val Calda fino a raggiungere il capoluogo Tolmezzo. Il passaggio al DTV ha "cancellato" da un giorno all'altro l'emittente che per il momento riesce a trasmettere solo nell'abitato di Paluzza e qualche altra zona limitrofa. Tutto ciò perché c'è la necessità di convertire tutti gli 11 ponti-trasmissione e il costo dell'operazione si aggira attorno ai centomila euro.

      L'emittente ha fatto diverse richieste di contributi, in particolar modo rivolgendosi alla Regione, dato che essendo una televisione non commerciale (che non vive quindi di pubblicità) dovrebbe giocoforza autofinanziarsi l'intera spesa, ma non ha ottenuto risposta. Tutti i giorni continuano a piovere diverse telefonate in redazione per chiedere spiegazioni della scomparsa di Tab, poiché come è noto, in particolare in montagna, le tv locali sono molto seguite perché riescono a rendere tutti partecipi delle varie manifestazioni, cerimonie, partite, dibattici politici. L’archivio di Tab rappresenta un patrimonio storico di 30 anni di vita della Val But. E secondo molti telespettatori disperdere tutto questo sarebbe davvero una perdita culturale e sociale per un'importante fetta della Carnia.
           

Una risposta a “Paluzza: salvate il soldato Tite (TeleAltoBut)”

  1. dal MV di oggo
    Gino Grillo

    centomila euro cercansi per non spegnere la voce della Carnia. Questo l’appello lanciato da Battista (Tita) Muser, di Telealtobut, la televisione che dal 1° settembre 1982 trasmette da Paluzza. Con l’avvento del digitale terrestre questa piccola stazione televisiva, che poteva contare, prima del 15 dicembre, su un’utenza di 26 mila persone, attualmente è ricevuta solo in paese e nei comuni limitrofi. «Si sono fatte tante riunioni sul digitale terrestre – racconta Muser – anche in Comunità montana: abbiamo ottenuto l’assegnazione del canale 63 per il digitale, poi non se ne è parlato più».
    Per superare le montagne della Carnia, Muser ha a disposizione 11 tralicci che fungono da ponte per le onde televisive, ma per convertirli dall’analogico al digitale la spesa si aggira sui centomila euro, diecimila per ponte. «Troppi – esclama disarmato Tita – ci serve uno sponsor, ma nessuno (Comunità montana, Provincia, Regione e Comuni) ci ha ancora risposto». Tre nuovi ponti potrebbero essere aggiornati con una spesa dimezzata. «Sono tralicci di nuova generazione, la spesa sarebbe dimezzata, ma ancora troppo sostenuta». Muser non demorde, pronto anche a sorbirsi un mutuo. E pensare che a fine 2010 Muser ha avuto la concessione per due nuovi tralicci, in Paularo e sullo Zoncolan che permetterebbero di inviare il segnale al secondo comune della Carnia, e nella vallata del Degano. Il timore di Telealtobut è quello di perdere le concessioni. «Pare – aggiunge Muser – che se entro 6 mesi dall’avvio del digitale terrestre le trasmissioni non vengono attivate, si rischi di perdere le concessioni».

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