Piano d’Arta: l’ultimo saluto a Giuseppe (Bepi) Salon

Se n'è andato oggi, nel modo più naturale e semplice  possibile, come era semplice e naturale la cucina del suo ristorante:  un mondo di funghi e di prati, di erbe e di profumi, di suoi ricordi e di piatti che sono poi quelli della Carnia. Ben pochi cuochi coltivano un legame così stretto con la natura della zona come hanno fatto lui e la sua famiglia. Il grande successo del Ristorante Salon di Piano d'Arta è stato merito delle capacità culinarie della sig.ra Fides e della grandissima comunicatività e ospitalità di Bepi Salon  Aveva compiuto 90 anni l'8 settembre di quest'anno questo geniale interprete del sapore e anche grandissimo intenditore di vini. IL suo spirito, la sua grinta ci accompagneranno per sempre: se penso a lui lo rivedo nella piazzetta (che da anni ormai per tutti è diventata la "Plaçute Salon") con appeso sul braccio un cestino pieno di erbe o di funghi, mentre sta spiegando a chi glielo chiedeva, le peculiarità di questa o quell'erba aromatica-medicinale, la qualità e la famiglia dei funghi raccolti.Mandi Bepi, ti metterò nelle mie canzoni.<br />

Alla signora Fides, ai figli Antonella, Osvaldo e Marilena e a tutti i familiari le cordoglianze di questo blog e mie personali.

Domenica 5 dicembre alle ore 20.00 si terrà il Santo Rosario.
Lunedì 6 dicembre alle ore 15.00 i funerali a Pianod'Arta

2 Risposte a “Piano d’Arta: l’ultimo saluto a Giuseppe (Bepi) Salon”

  1. aggiornamento del 05/12/2010

    di Cristina Burcheri

    La storia di Bepi (Giuseppe) Salon, iniziata ad Arta l’8 settembre 1920 si è conclusa, serenamente, novant’anni più tardi, la notte tra il 3 ed il 4 dicembre 2010. Bepi Salon, che da ragazzo grazie alla sua bella voce era spesso protagonista di rappresentazioni e operette, è da tanti ricordato per il bel carattere, per il suo sorriso.Finita la guerra – nella primavera del 1945 – Salon riprende il lavoro nell’albergo di famiglia e dall’amicizia con il cognato, Luigi Giarle, i primi rudimenti di micologia.

    Le lunghe passeggiate nei prati e nei boschi della sua Carnia lo avvicinano anche al mondo delle erbe spontanee facendo nascere in lui la consapevolezza dell’importanza dell’ambiente e del rispetto per la natura.
    «Fino a pochi anni fa si alzava prestissimo al mattino, intorno alle quattro nel mese di giugno – racconta l'amico Bepi Pucciarelli (anche autore insieme a Sonia Comin del volume “Il mondo di Bepi Salon” da cui sono tratte le immagini) – per essere di rientro tra le nove e le dieci pronto ad occuparsi di tutte le normali faccende che la gestione dell’attività comporta».
    Salon aveva iniziato a gestire personalmente l’albergo nel 1947: allora in cucina c’erano la madre Maddalena e Gemma, una delle tre sorelle.
    Il 29 aprile del 1950 Bepi sposa Fides Selenati, maestra elementare originaria di Sutrio con cui trascorre tutta la vita.
    Con lei condivide anche lavoro tant’è che la signora Fides diviene ben presto la custode della tradizione culinaria familiare, a partire da quel vecchio quaderno dove la cognata Gemma e la suocera Maddalena avevano accuratamente trascritto le loro ricette insieme ai segreti di cucina della contessa Amalia dalla Porta, nata Chiussi, da maggio ad ottobre vicina di casa dei Salon in quel di Piano d’Arta.
    Bepi e la famiglia Salon per decenni sono stati protagonisti del lento e faticoso sviluppo del turismo in Carnia.
    «Anno dopo anno, decennio dopo decennio – ricorda Pucciarelli – , pur mantenendo inalterata la struttura originaria, l’albergo ed il ristorante vengono ammodernati e ristrutturati».
    Negli anni Sessanta Salon sosteneva “nel ristorante ci deve essere sempre qualche novità da proporre” andando settimanalmente con un furgoncino appositamente attrezzato ad acquistare trote che manteneva vive in vasche da cui pescarle e cucinarle al momento.
    Freschezza e genuinità erano e sono i punti fermi del ristorante che utilizza, sin dagli anni Cinquanta, quasi esclusivamente prodotti che oggi definiamo a chilometri zero, molti coltivati o allevati da loro stessi.
    E, tra tutti gli ingredienti, i funghi sono probabilmente il pezzo più pregiato che ha contribuito a rendere famosi Bepi e la cucina del ristorante Salon dove compaiono in menù negli anni Sessanta. Negli anni Ottanta Bepi Salon e Vincenzo Furlan di Tavagnacco inventarono Friulfungo, manifestazione gastronomica nella cui prima, memorabile, edizione (correva l’anno 1983) partecipano con Salon e Furlan la trattoria Zorutti di Cividale e il ristorante Carnia di Tolmezzo.
    «Nel 1984 partecipò Gianni Cosetti, considerato il più gran cuoco che la Carnia ed il Friuli abbiano mai avuto – spiega Pucciarelli – fu allora che Isi Benini coniò per Cosetti lo scherzoso soprannome “orso di Carnia”, così Bepi Salon diventò il “furetto di Carnia” quasi a sottolineare la differenza tra il carattere schivo di Gianni e la giocosità, l’espansività e la vivacità di Bepi». All’impegno nell’azienda di famiglia, sempre sorretto dall’entusiasmo e dalla passione, Bepi Salon affianca quello esterno: dal 1969 al 1976 è direttore della Scuola alberghiera di Arta Terme, si impegna nell’Associazione di categoria, mettendo la sua esperienza ed il suo ottimismo al servizio dei colleghi».
    Pioniere della ristorazione di qualità in Carnia ed esempio per le giovani generazioni: sono le parole con cui l’allora sindaco di Arta Terme, Gardel, ha consegnato a Bepi nel 1999 una medaglia d’oro dell’amministrazione comunale per celebrare – in accordo con la Cciaa di Udine e la Confcommercio – i 50 anni di ininterrotta attività come titolare d’azienda.
     

  2. mandi bepi,ti porterò sempre nei miei ricordi di piano..

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