Piano d’Arta: Marco Marra, l’astrattismo di un poeta che ama la Carnia

di MARIO BLASONI

Marco Marra è un pittore – grafico, ma anche un poeta, soprattutto un uomo di cultura che ha dato, e sta dando ancora, tanto alla Carnia. E' stato sindaco di Arta Terme, nel delicato ”anno dell'alluvione”, 1983-'84, e rappresenta da quarant'anni un attivo riferimento storico-artistico per l'area montana quale presidente (attualmente solo onorario) della sezione carnica di Italia Nostra. Arrivato alle soglie degli 80 (li compirà in marzo), Marra “presidia” tuttora la sua Arta, anche se un po' in solitudine. Rimasto vedovo nel 1991, negli anni successivi gli sono mancate anche l'anziana madre, una figlia e una sorella. Ma lo confortano l'arte e la poesia: scrive versi bellissimi ispirati alla natura, affascina i visitatori con il suo magico “astrattismo geometrico”, collabora con i Quaderni di cultura carnica, presenta libri, organizza mostre… Marco è figlio di un finanziere napoletano, Francesco Marra, che negli anni '30 era in servizio al Passo di Monte Croce, e di una carnica doc, Maria Radina (un suo zio materno era il musicista Giuseppe Peresson  non dimenticato direttore di cori, organista e compositore). Fu proprio alle malghe del Passo che Francesco conobbe la diciannovenne Maria, che poi sposò qualche anno dopo. La ragazza era al pascolo con le mucche e una si era smarrita, così lei chiese aiuto ai militari che gliela ritrovarono. Marco nacque nel 1932 (ha ancora un fratello, di dieci anni più giovane), e di suo padre ha un ricordo dolorosissimo. Purtroppo nel 1945 Francesco Marra era in servizio nella Guardia di finanza di Gorizia e, quando il 2 maggio gli slavi occuparono la città, fu prelevato dalle milizie titine, come altre centinaia di goriziani, e non se ne seppe più niente. Marco, allora tredicenne, riuscì solo a vederlo per un attimo, affacciato a una finestra del palazzo della Provincia dove gli aguzzini avevano riunito i prigionieri prima di farli partire per ignota destinazione. «Mi ha visto e mi ha fatto ciao con la mano. Poi più niente. In seguito abbiamo fatto tante ricerche, ma inutilmente». Così, appena teenager, Marco Marra si è sentito già “capofamiglia”, con la madre rimasta sola a provvedere a due bambini piccoli. Si è diplomato maestro e ha cominciato a insegnare, prima alle scuole elementari (per ben 19 anni a Sutrio) e poi (didattica e tirocinio) alle Magistrali di Tolmezzo. Avrebbe voluto studiare all'Accademia di Venezia, invece ha dovuto dedicarsi all'arte praticamente da autodidatta. Con grande passione e predisposizione, ha sviluppato nel tempo la sua ricerca, passando dall'iniziale indirizzo figurativo post-impressionista (bellissimi i paesaggi, delicati i ritratti femminili), all'espressionismo astratto. Linee, sfere, colori si intrecciano oggi, creando suggestivi contrasti, nella sua classica casa carnica di Piano d'Arta. Entrato in Italia Nostra all'inizio degli anni '70, Marra ha assunto la presidenza della sezione carnica nel '72 e l'ha mantenuta per 25 anni, passando quindi a quella onoraria. La sua opera è stata preziosa soprattutto dopo il terremoto. Ha contribuito, tra l'altro, agli interventi di recupero e restauro dell'antica pieve di San Pietro in Carnia (nota per il “bacio delle croci” dell'Ascensione) e alla realizzazione del Museo archeologico Iulium Carnicum di Zuglio. Nel 1980, allo scopo di sviluppare la conoscenza dell'arte nella zona montana, ha fondato ad Arta il Centro Carnico Arti Visive, funzionante come prima galleria espositiva. Ma facciamo un passo indietro e torniamo al Marra teenager. Il pittore-poeta di Arta è stato precoce anche nel formarsi la famiglia. Nel 1953 (aveva solo 21 anni) appena concluse le Magistrali a Tolmezzo, ha sposato Vittoria Rossi, la sua professoressa di filosofia e pedagogia, originaria di Rimini (in seguito sarà anche preside). «Fu un vero colpo di fulmine – ricorda Marco – e ne derivò un'unione felice, tragicamente interrotta dalla malattia, vent'anni fa». Hanno avuto tre figli. La primogenita Violetta purtroppo è mancata nel 2006, vittima dello stesso male che si era portato via sua madre. Ha lasciato una figlia, Jessica, a sua volta sposata, con due ragazzi, che adesso ha deciso di venire ad abitare assieme al nonno (in questo caso precoce, oltre che affettuoso, anche come bisnonno!) perchè abbia un po' di compagnia. Gli altri due figli di Marco Marra, che vivono entrambi in Carnia, sono Tiziana (ha un figlio, Suan Selenati, che ha studiato al Dams di Bologna, settore cinema, ed è campione mondiale di volo col deltaplano) e Francesco, che porta il nome dello sfortunato nonno finanziere. Anche Francesco junior ha due figli: Filippo, che è grafico, e Marco, perito elettronico; appassionati di musica, il primo suona il piano, la chitarra e la fisarmonica, il secondo la batteria. Abbiamo già detto che il pensionato Marra si occupa di varie attività culturali. Ma non solo. Assieme a Giobatta Gardel, che è stato sindaco dopo di lui, e a Mauro Loewenthal, altro albergatore di spicco ed esperto naturalista («Con lui – ricorda Marco – abbiamo realizzato una bellissima rete di sentieri, una sessantina, molto graditi agli escursionisti») tiene un po' “sotto controllo” la situazione del centro turistico. Già affermata alla fine dell'800 quando ospitò il Carducci, Arta negli ultimi anni si è un po' declassata, nonostante il potenziale delle terme e delle famose acque pudie. «Il complesso termale – sintetizza Marra – ha grossi problemi di gestione. L' hotel Poldo, che era il nostro fiore all'occhiello, è ancora chiuso dopo interminabili lavori: ora è cambiata la società proprietaria e speriamo che l'anno prossimo la situazione si risolva. E' tutto fermo anche all'ex albergo Rossi, attualmente ridotto a un rudere. E' diventato di proprietà del Comune e, qualora venisse recuperato, l'ho proposto come sede staccata della facoltà di Geologia dell'Università di Trieste: attendiamo una risposta. Altra questione delicata il Savoia che quand'ero sindaco sono riuscito a evitarne la trasformazione in un complesso di negozi. Ora che abbiamo chiesto i contributi europei resterà un quattro stelle, ma piuttosto impegnativo: chi se ne assumerà la gestione?». Prossimo appuntamento con l'arte di Marco Marra, tra novembre e dicembre, all'abbazia di Sesto al Reghena, dove si terrà una collettiva di carattere internazionale. Sono stati invitati 40 artisti che affronteranno un insolito tema di carattere religioso: Alleluja.