Ragogna: truffe, presa in flagrante una falsa commercialista


dal MV di oggi

Si spacciava come abile commercialista che, attraverso amicizie altolocate (a suo dire), avrebbe potuto sanare contenziosi con il fisco o fantomatici errori contabili. Alcuni piccoli imprenditori ci sono cascati, salvo poi constatare che di essere stati truffati. Un imprenditore ha trovato il coraggio di parlarne con i carabinieri e la donna è stata arrestata con l’accusa di truffa aggravata e continuata, millantato credito ed esercizio abusivo della professione di commercialista. Il blitz è scattato venerdì scorso quando i militari dell’Arma avevano già in mano una decina di segnalazioni: in carcere a Trieste è finita Fabiana Novello, 50enne di Ragogna, originaria di San Daniele, nubile e senza occupazione; dopo l’interrogatorio di garanzia, il giudice per le indagini preliminari Alberto Rossi ne ha disposto gli arresti domiciliari mentre il difensore ha rinunciato al mandato. Determinante è stato il racconto dei gestori di una stazione di servizio nella zona di Casarsa. La donna, di bella presenza, carismatica e con auto di grossa cilindrata (noleggiate) a disposizione, si era fermata diverse volte al distributore per fare rifornimento. Una battuta un giorno, due chiacchiere la volta successiva, e la fiducia degli operatori era stata carpita, sancita poi da una cena in un locale in di Tricesimo. Spacciatasi per commercialista di un noto studio di Udine, si faceva mostrare la contabilità aziendale dalla quale faceva venir fuori fantomatici errori contabili che, a suo dire, potevano essere sanati, come i contenziosi con il fisco, grazie alla sua abilità e, soprattutto, alle conoscenze che dichiarava di avere all’Agenzia delle Entrate. Come in altri casi, dopo essersi fatta consegnare i soldi spariva. I militari dell’Arma hanno stimato che la donna, che figura nullatenente e con quale pignoramento a carico, avrebbe sottratto a piccoli imprenditori o famiglie tra i 400 e i 500 mila euro in nove anni di “attività”. Fabiana Novello, tra l’altro, è stata segnalata più volte alle procure di Pordenone, Udine e Tolmezzo. Il caso che ha permesso il suo arresto è avvenuto, appunto, nel Casarsese. Ai gestori del distributore ha raccontato che avrebbero dovuto versare al fisco 40 mila euro per chiudere il contenzioso, soldi che lei avrebbe fatto rientrare attraverso il sistema delle detrazioni fiscali. La colpa dell’errore l’aveva fatta ricadere sui veri e precedenti commercialisti. Alla donna finora sono contestate 7 truffe (una passata in giudicato nel 2006) e una circonvenzione di incapace tra Casarsa, Codroipo, San Daniele e Osoppo.