Regione FVG: i benzinai pronti a dare battaglia

L’impressione è che sul fronte della benzina non ci sarà mai pace: la notizia di oggi è quella di un attacco frontale su tutta la linea dei gestori degli impianti di distribuzione carburanti che escono allo scoperto, lanciano dure accuse alla Regione, "rea" di averli presi in giro con lo stanziamento di soli 600mila euro per chi debba chiudere o trasferirsi, ma anche di non aver adeguato gli sconti alla concorrenza slovena. Ora minacciano apertamente la serrata e annunciano una raccolta di firme su tutto il territorio del Friuli Venezia Giulia.

A suonare la carica è il presidente regionale della Figisc Anisa (Confcommercio), Mauro Di Ilio: «Abbiamo sopportato per un anno le conseguenze della fine della zona franca di frontiera e una politica di sconti inadeguata, dopo aver subito crolli d’incassi dal 20 all’80 per cento, con la riduzione dei dipendenti. Abbiamo avanzato molte proposte per uscirne, ma ora ci viene servita un’ultima beffa». Questa "beffa" è per l’appunto la somma fissata nella finanziaria regionale per sostenere le imprese più esposte alle difficoltà e a rischio di chiusura. E siccome è di almeno un centinaio il numero di impianti che la Regione punta a eliminare per razionalizzare la rete, mediamente verrebbero 6mila euro di provvidenze a impianto, somma che Confcommercio considera inaccettabile.

«Si sono sempre rifiutati di adeguare la politica degli sconti per riportare al di qua del confine i consumi che vanno in Slovenia. Hanno addotto ora ragioni economiche, ora esigenze comunitarie. Ebbene per sostenere la rete – è l’affondo del presidente Figisc – chiedevamo un piano triennale di alcune decine di milioni di euro e ci ritroviamo con 600mila euro per un anno. È una presa in giro colossale, che testimonia l’assoluta indifferenza nei confronti di una categoria che ha sempre garantito un fondamentale contributo di servizio alla sua comunità». È la stessa categoria che «ha inventato, voluto e difeso i vari provvedimenti dai contingenti di zona franca alla benzina scontata regionale». In questo modo, «sono state riportate all’erario e alle casse regionali enormi somme di risorse che altrimenti se ne sarebbero andate fuori dal territorio nazionale».

Oltre alla "beffa", come la definiscono, dei 600mila euro, i benzinai Confcommercio insistono su un punto decisivo anche per i consumatori: la differenza reale di prezzo fra le fasce friulgiuliane e la Slovenia. Siccome il nuovo sistema di calcolo del prezzo prende le mosse dal rilevamento del prezzo più basso praticato nella regione, «avviene che pochi, pochissimi che oltretutto fanno i petrolieri e non i gestori – tuona Di Ilio – decidono la musica per tutti i 650mila possessori di carta benzina».

In altre parole «una volta per tutte i nostri cittadini da Trieste a Sacile, da Tarvisio a Lignano devono sapere che il loro sconto è ogni giorno diminuito mediamente di 4, 5 o 6 centesimi al litro indipendentemente dalla fascia di residenza» e di sconto. La Figisc certifica che recentemente la differenza effettiva di prezzo fra un litro sloveno e un litro di prima fascia italiana (la più prossima al confine) è arrivata fino a 12 centesimi e afferma che il 2008 segnerà una minor vendita di ben 130 milioni di litri di carburante rispetto ai circa 800 milioni del 2007.

E se si considera che «lo Stato sta perdendo in Friuli Venezia Giulia mediamente 0,689 euro per ogni litro acquistato in Slovenia, di cui 0,304 euro dovrebbero rimanere alla Regione in base alla compartecipazione su accise e Iva», spiega il presidente Figisc, è facile fare il conto: assumendo per buona la stima Confcommercio, soltanto le casse regionali ci starebbero rimettendo oltre 40 milioni di euro in una sola annata.

Ma il veleno sta nella coda, recita una massima latina: «In ogni caso la Regione – attacca la Figisc – risparmia circa 100mila euro al giorno con la "storia" della parametrazione sul prezzo minimo regionale». Cioè «ci mette a disposizione ben sei, dico sei giorni dei suoi risparmi. Abbiamo o no motivo di essere esasperati?». L’ascia di guerra è dissotterrata. E intanto in Slovenia un litro di "verde" costa meno di 88 centesimi.

Una risposta a “Regione FVG: i benzinai pronti a dare battaglia”

  1. Aggiornamento 03/12/2008

    Sui meccanismi per determinare i prezzi (e gli sconti) della benzina non si può fare proprio nulla. Ma è possibile tentare di adeguare la somma iscritta a bilancio della Regione per sostenere i gestori di impianti di distribuzione carburante che saranno costretti a chiudere o a trasferirsi in base alla nuova legge varata dal Consiglio regionale il 24 novembre scorso.

    È la promessa di Roberto Asquini (Gruppo misto), considerato il “padre” della benzina scontata regionale, che delle nuove norme è stato relatore di maggioranza in Aula. Una promessa rivolta prima di tutto a Figisc Confcommercio, che ha minacciato una serrata e raccolte di firme.

    «I benzinai hanno pienamente ragione quando definiscono miserabile, o una presa in giro, la somma di 600mila euro stanziata dalla Giunta regionale. Loro, di soldi, ne chiedevano molti di più per riorganizzare la rete distributiva nel modo meno traumatico possibile di fronte all’incalzare inesorabile della concorrenza slovena». Già, chiedevano 25 milioni di euro da erogare in un arco di tempo non definito. Ma su una tale massa di denaro, in tempi di vacche magrissime, il medesimo Asquini conviene che «non esistono i presupposti».

    Esiste, tuttavia, una possibilità di mediazione: «In sede di discussione della legge finanziaria, proporrò alcuni emendamenti correttivi e il primo sarà proprio sulla benzina». Il consigliere annuncia che «puntiamo a implementare questi 600mila, miseri euro, ma soprattutto a formare una dotazione finanziaria su questo capitolo per i prossimi due anni, allorché il peso della riforma, con chiusure e trasferimenti d’impianti specialmente nella fascia di territorio più vicina al confine con la Slovenia, si farà sentire davvero».

    Diverso, e molto, il discorso sugli sconti e sui prezzi. «Applicando parametri diversi dal prezzo minimo riscontrato sul territorio regionale – afferma Asquini – saremmo andati contro le norme dell’Unione europea, ottenendo da una parte qualche centesimo di sconto in più al litro di benzina, ma dall’altra la probabilità di far fare ai carburanti la stessa “fine” delle quote latte, con richiesta perentoria di restituzione di quanto è stato indebitamente percepito». E un’evenienza del genere «sarebbe semplicemente catastrofica». D’altra parte non è opportuno, sempre per ragioni di legittimità europea, ricorrere sistematicamente al blocco automatico dei Pos quando il prezzo friulano arriva al livello del prezzo sloveno: «In questo modo andrebbe a farsi benedire il principio della libera concorrenza, con un’uniformità di fatto delle tariffe».

    Quanto alla persistente (e talora aumentata) differenza fra i prezzi sloveni e quelli del Friuli Venezia Giulia, Asquini allarga le braccia: «Ogni mattina parto da Udine con un prezzo al litro e arrivo a Trieste con 10 centesimi in più. Tutto lecito, intendiamoci, ma sono le politiche commerciali e non la Regione o lo Stato a stabilire prezzi più elevati vicino alla frontiera». Guarda caso, «sono proprio quei centesimi a fare la differenza».

I commenti sono chiusi.