Ricordiamo i bambini del 6 Maggio

«A ducj i fruts che in che sere lontane a son restâts piçui par simpri». Gli alunni della suola elementare di Piovega hanno ricordato così, con una frase in marilenghe incisa su una lapide, i loro coetanei rimasti vittime del sisma. Sul manufatto, realizzato dall’artista Anna Urbani e posto in cimitero a Gemona, é rappresentato un gruppo di bambini radunati attorno a Gesù che vuole tener viva la memoria dei venti piccoli morti sotto le macerie delle proprie case nel maggio ’76. Tanti non avevano ancora 10 anni.
A ricordarli, ieri in cimitero a Gemona, sono intervenuti i parenti delle piccole vittime, una classe della scuola elementare di Piovega, il sindaco Gabriele Marini, l’assessore Lucio Copetti e il parroco di Gemona, monsignor Gastone Candusso che ha benedetto la lapide. «Oggi – ha detto Marini – quei bambini avrebbero 30, 40 anni e molto probabilmente una famiglia. Immaginare il dolore provato da chi perde un figlio non é possibile. Quello che possiamo fare, anche attraverso questa testimonianza, é continuare a ricordare e tentare di creare un mondo migliore». Ed é proprio quanto si é cercato di fare a scuola con i più piccoli che a partire dall’anno passato hanno affrontato sui banchi scolastici, ma anche nelle proprie case, la questione del terremoto. Un’attività della quale la lapide inaugurata ieri mattina rappresenta solo l’ultimo gradino e che é passata attraverso i racconti dei genitori, un calendario dedicato al sisma e la scrittura di alcuni pensieri, in parte letti anche ieri. Uno per tutti: «I bambini sono la speranza e il futuro – ha detto un alunno di quarta elementare -. Noi desideriamo essere quel futuro»