Rive d’Arcano: la strage dei bambi intrappolati nel Ledra e nel Giavons


di Domenico Pecile

Entrano per abbeverarsi, soprattutto nei periodi estivi, o semplicemente per starsene un po' al fresco immersi nell'acqua. Ma sono inconsapevoli che quell'attimo di refrigerio è destinato in realtà a trasformarsi in una trappola mortale. Le vittime sono soprattutto ungulati: cervi, caprioli, cinghiali e animali domestici. Decine di capi. L'ultima vittima, un capriolo, è stato ritrovato ormai quasi morto venerdì scorso. Una strage continua. Ma anche una strage che potrebbe essere evitata. É un caso noto e da almeno vent'anni viene chiesto di porvi rimedio. Ma nulla si muove ancora. Accade all'interno dei principali canali artificiali "Ledra" e Giavons. Casi vengono segnalati in una vasta zona della fascia collinare: Rive D'Arcano, San Vito di Fagagna, Osoppo, Fagagna, Coseano e Majano dove sono stati recuperati non più tardi di una decina di giorni fa tre caprioli morti contemporaneamente. Animali che, appunto, entrano spontaneamente nel canale e poi ne rimangono intrappolati a causa delle pareti in cemento, costruite in maniera perpendicolare rispetto al fondo. «E' a quel punto – spiega Renzo Massarutto, direttore della riserva di caccia di Rive D'Arcano – che gli animali iniziano disperatamente a nuotare alla ricerca di qualche punto di risalita, che quasi sempre non c'è». Ed è a quel punto che comincia il loro calvario che può durare diverse ore. Le correnti del canale – dice ancora Massarutto – fanno in modo che gli animali vengano trascinati fino agli sgrigliatori presenti a monte delle centrali elettriche, dove le lame utilizzate per la pulizia dell'acqua da materiale residuo causano il più delle volte l'amputazione parziale e totale degli arti. Gli animali agonizzanti e terribilmente mutilati vengono liberati dopo molte ore ma, nonostante l'intervento dei medici veterinari, le gravi ferite riportate li portano alla morte. Il problema interessa principalmente caprioli, cinghiali, lepri, ma anche gatti e cani. Un paio di settimane fa lo stesso Massarutto è stato partecipe di due interventi in tre giorni: uno su un capriolo maschio di due anni e uno su un capriolo maschio di cinque anni. Già, la strage continua. E non ci si rende conto, evidentemente, che si tratta di un pericolo che interessa anche le persone, soprattutto i bambini che d'estate si avvicinano ai canali per giocare. L'sos è stato lanciato da almeno 20 anni soprattutto da parte della Riserva di caccia di Rive d'Arcano. Di recente si è mosso anche un consigliere regionale. E proprio grazie all'interessamento di alcuni consiglieri regionali in passato è stato possibile acquistare e posizionare alcune metrature di rete metallica con relativi paletti lungo una piccola parte del canale Giavons. Negli anni '90, infatti, grazie all'aiuto dell'allora presidente del Consorzio Ledra-Tagliamento, Giovanni Melchior – racconta Massarutto -, era stato fornito alla Riserva di Caccia materiale indispensabile per la recinzione e messa in sicurezza di un tratto dell'argine del canale Ledra. Ma questo – dice con rammarico il direttore della Riserva – è quasi niente se raffrontato all'entità del problema. Insomma, servono interventi tanto immediati quanto drastici. Dal 2000 in poi, il Consorzio Ledra Tagliamento è stato più volte interpellato – denunciano i cacciatori – ma non ha dato il giusto peso al problema; nessuno scivolo di risalita, nessun abbeveratoio per gli animali, nessuna recinzione e messa in sicurezza, niente per poter ridurre questa assurda moria di animali. Sarebbe sufficiente una semplice recinzione che consentirebbe la messa in sicurezza dei canali, che tutelerebbe per prime le persone. Data la morfologia collinare del territorio, infatti, il rischio di caduta in acqua è molto alto specialmente in prossimità di boschetti ripidi e scoscesi o piccole colline che terminano con il pericoloso argine; insomma una sicurezza più concreta rispetto a quella data dai semplici cartelli di "pericolo annegamento". «Si tratta – è ancora il parere di Massarutto – di un problema molto, molto serio. L'agonia dei poveri animali non è da sottovalutare. Sono molto fiero di essere un cacciatore poiché uno dei principali compiti di noi cacciatori è proprio quello di controllare e monitorare costantemente il territorio e soprattutto capire quali sono le vere agonie e sofferenze degli animali». Secondo alcuni testimoni, che preferiscono tuttavia l'anonimato, alcune bestiole ormai morenti vengono recuperate da privati cittadini che le portano a casa per macellarle. Come dire allora che il numero dei ritrovamenti di queste bestie è sicuramente inferiore al dato reale e che dunque la moria è maggiore.


Una risposta a “Rive d’Arcano: la strage dei bambi intrappolati nel Ledra e nel Giavons”

  1. secondo me sarebbe utile mettere al corrente della tragica situazione la stampa e la tv. tanta gente non sa cosa succede,io abito non molto distante dal canale eppure è la prima volta che sento di tanti animali caduti dentro speriamo si muova qualche cosa non mollate e divulgate la notizia prima o poi qualc'uno ascolterà

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