di Roberto Meroi
scrittore e giornalista
In questi anni ne abbiamo udite di proposte volte a sopprimere o a fondere qualcosa di esistente in questo piccolo lembo d'Italia. Poche in realtà quelle poi attuate, se si eccettua gli interventi in campo sanitario-ospedaliero. La fusione-mania, che pare stia contagiando tutti o quasi i politici nostrani, da Trieste in su, tuttavia non sembra volersi arrestare: dalle bordate anti autonomia dell'Università friulana all'idea di inglobare l'intera Provincia di Gorizia in quella di Trieste. E fa davvero specie che tali proposte tendenti a declassare ulteriormente Udine e il Friuli siano recentemente partite proprio da politici della provincia udinese che li ha votati come loro rappresentanti a Roma e a Trieste. Tra poco forse si farà avanti qualcuno che proporrà o riproporrà la fusione delle fiere, delle camere di commercio, dei festival del cinema, delle rassegne jazz, delle associazioni per i migranti all'estero e di quelle degli alpini in congedo; la soppressione delle Province, delle comunità montane, dei piccoli Comuni, dei piccoli teatri, dei piccoli musei, delle piccole biblioteche, del Tribunale di Tolmezzo, degli studi della Rai di Udine e di Pordenone, e magari anche l'unificazione della stampa di Trieste e di Udine.
In campo teatrale, Udine potrebbe produrre prosa e potrebbe avere l'esclusiva regionale degli spettacoli di danza, mentre Trieste potrebbe continuare ad avere carta bianca per le operette e per i musical. Per la lirica sarebbe auspicabile una coproduzione tra la Fondazione del Verdi e quella del Giovanni da Udine al fine di portare nel capoluogo udinese qualche serata operistica in più delle striminzite due annuali (contro le 49 di Trieste). La Regione, oltre a predisporre gli strumenti necessari per fare crescere turisticamente anche Udine (in quanto i “pacchetti” attualmente offerti lasciano molto a desiderare), dovrebbe incrementare ulteriormente la sua vocazione sia per i grandi eventi sportivi (anche con l'auspicata costruzione di un palazzo del ghiaccio a Udine) sia per i grandi concerti musicali allo stadio Friuli. Soltanto valorizzando, incoraggiando e sostenendo le vocazioni e le eccellenze delle singole città e dei singoli territori ci potrà essere sviluppo per tutta la regione.