Susans: nona edizione di “Maravee Domus”, l’arte e il design dell’abitare

di Stefano Palazzi

La sempre più urgente e auspicabile collaborazione fra istituzioni pubbliche e aziende private, nel sostegno e nella promozione dei progetti culturali, trova quest’anno un concreto e felice esempio nella nona edizione della rassegna Maravee, ideata e diretta dal 2002 da Sabrina Zannier. Grazie al mecenatismo di Gervasoni, che si affianca alla Regione, al Comune di Majano e alla Fondazione Crup, Maravee rilancia la sua programmazione in un momento in cui rischiava di ridurne la portata se non, addirittura, di rinunciare all’edizione 2010
 

Un rilancio che avviene all’insegna della continuità, ma anche della differenza. Da un lato, infatti, la rassegna riconferma la sua attenzione all’arte contemporanea rivolta alla quotidianità del vissuto collettivamente condiviso, individuato in specifiche tematiche. Dall’altro lato, però, nella riconferma del complessivo gruppo di lavoro, annuncia due sostanziali cambiamenti: la nuova gestione dell’Associazione culturale Maravee di Udine e la curatela dell’immagine coordinata da parte dello studio pordenonese DM+B&Associati, che unitamente conferiscono nuova linfa vitale all’intero progetto. Assieme alla plurale operatività del nuovo studio associato AtemporaryStudio di Trieste. Un gruppo di lavoro, quindi, ancora più articolato in specifiche professionalità, con nuove e prestigiose collaborazioni. Come quella con il Teatro la Fenice di Venezia, che ha aderito con entusiasmo al progetto e all’invito a presentare l’opera Don Giovanni, variazioni sul mito come evento inaugurale, realizzato con la collaborazione del Conservatorî Tomadini di Udine e Marcello di Venezia e dell’Associazione Modidì, che ne cura la scenografia e il conseguente dinner creativo. Altra significativa collaborazione è quella con l’Associazione Mattatoioscenico, distintasi in regione per aver portato e anche prodotto opere performative, teatrali e musicali di ricerca e innovazione, che per la serata inaugurale di Maravee propone la performance Note in Domus con quattro musicisti specializzati nell’improvvisazione.
 

Il tutto raccolto nell’edizione intitolata Maravee Domus, che intende dare corpo al concetto di domus come singola unità d’abitazione, come “luogo unico” e prezioso che nella sontuosità del castello di Susans simboleggia il valore dell’individuo e della soggettività. Un luogo sontuoso, certo, ma che attraverso tre mostre allestite nei tre piani del castello, con opere di artisti e designers provenienti da Italia, Svezia, Austria, Inghilterra, Germania, Argentina e Olanda, metterà in scena idee, modi e scenari per una complessiva narrazione sulla visionarietà dell’abitare, che nasce dal ribaltamento del quotidiano e dalla poetica dell’ordinario.
 

Qual è la nostra percezione degli spazi e degli oggetti che ci attorniano in casa, e dei gesti e dei modi con i quali li viviamo? Non è mai successo a nessuno d’immaginare “altro” innanzi a tutto ciò, di produrre visioni alternative semplicemente guardando una stanza o un oggetto d’uso, magari pensando ad altri possibili utilizzi legati alle proprie necessità, fantasie e desideri? Credo di sì, credo che la capacità d’immaginare e fantasticare appartenga a tutti, con la differenza che gli artisti le danno corpo producendo opere che elevano tale visionarietà a nuovo mondo, innanzi al quale possiamo riconoscere le nostre fantasie e i nostri desideri, oppure scoprirne altri, uscendo da questa esperienza con una maggiore curiosità, venata di lirismo e ironia, nei confronti della vita e, nel caso specifico di Maravee Domus, nei confronti dell’abitare, quindi della nostra esistenza domestica.
Con la mostra intitolata Dove abito? ogni artista propone una particolare trasfigurazione dell’ambiente domestico, in qualche caso lavorando sull’idea simbolica della casa formalizzata come geometria osservata dall’esterno, oppure ricreata in modo virtuale come un attraversamento di stanze e corridoi; in altri casi ancora creando un vero e proprio ambiente, dalla stanza da letto alla stanza dei giochi.
Dall’identificazione del luogo, dal “dove abito”, con la mostra fotografica intitolata Abitare modi e luoghi si giunge alle modalità di abitazione, in un percorso d’immagini che entra nel vivo di diverse realtà domestiche e differenti universi sociali e culturali. Fino alle fotografie sorte da una concreta manipolazione dell’ambiente, in cui il senso dell’abitare si eleva a creazione visionaria da parte dell’artista.
I “modi” di abitare contengono i gesti che si compiono con gli oggetti: questo il tema della mostra Gesti e cose da abitare, che in un percorso al piano terra, fra luci e ombre, attraverso piccole sculture e oggetti di design, punterà l’attenzione sul valore simbolico e funzionale delle cose, facendo affiorare lavorazioni certosine di materiali pregiati, come il vetro di Murano e la più raffinata porcellana, a fianco di materiali e oggetti riciclati.
Stefano Palazzi