Roma: cambio di “casacca” alla Camera, i quattro casi friulani


 Daniele Franz dal gazzettino di oggi

La settimana di chiusura della Camera dei Deputati si è conclusa così come era iniziata, tra polemiche, recriminazioni e trasversali accuse di irresponsabilità. La prossima sarà una settimana di passione (sotto Natale non l’avevamo ancora vista) e staremo a vedere come finirà. Ma quella appena conclusa è stata anche la settimana della cosiddetta compravendita dei deputati. Cosa sia è abbastanza ovvio. Si tratta di cercare di indurre deputati a passare da un gruppo parlamentare e politico ad un altro  Oggi si grida allo scandalo ma, purtroppo, questo fenomeno c’è più o meno sempre stato, reso legalmente possibile dal principio costituzionale del divieto del vincolo di mandato che libera l’eletto da qualsivoglia obbligo legale verso il partito o la coalizione che lo ha candidato e che ne ha determinato l’elezione (gli obblighi morali ovviamente restano, ma non sono vincolanti da un punto di vista legislativo). Fenomeno quindi vecchio come il Parlamento repubblicano, ma maggiormente incisivo e frequente da quando il sistema bipolare ha preso piede in Italia.  I casi più famosi? Probabilmente quello relativo a Clemente Mastella che nel 1997 abbandonò armi e bagagli il Ccd (movimento di centro destra) per creare il movimento politico Udeur che sostenne il primo ed il secondo governo D’Alema. In questa legislatura un gruppetto di deputati siciliani dell’Udc, hanno abbandonato il partito di elezione per dare vita ad una componente politica che ha sostenuto il Governo nell’ultimo voto di fiducia e che si appresta a sostenerlo anche nel voto del 14 dicembre. I casi comunque non dico siano all’ordine del giorno, ma sono abbastanza frequenti.<br />
      Così, a memoria, ricordo il passaggio dell’on. Ciro Borriello dal gruppo di Forza Italia a quello nascente dell’Italia dei Valori nel 2005 oppure quello di Salvatore Buglio dal gruppo della Rosa nel Pugno a quello del Partito democratico nel 2007…. Per quanto riguarda il Friuli, nella storia recente si riscontrano quattro casi: nel 1995, dopo il “ribaltone” della Lega, i deputati Lovisoni e Niccolini passarono rispettivamente dalla Lega al Ccd e a Forza Italia. Nel 2007 il pordenonese Marco Pottino passò dalla Lega a Forza Italia confluendo poi nel Pdl.
      Pratica disdicevole, dimostrazione plastica degli italici costumi applicati in politica? Non esprimo giudizi, ognuno tragga le conclusioni che ritiene. L’unica cosa che secondo me l’elettore potrebbe richiedere sarebbe una regolamentazione di questa pratica: vi sono infatti i margini per codificarla o, in caso contrario, per stroncarla. Come al solito la palla vada al legislatore, nella speranza che ne faccia buon uso.