Scuola: i sindacati lanciano l’allarme per i tagli al personale in Friuli


«Siamo molto preoccupati per il futuro della scuola. Non si tratta più solo della qualità dell’istruzione: questi tagli mettono a rischio lo stesso funzionamento delle strutture della regione». I tagli annunciati dal decreto interministeriale sugli organici del personale scolastico, che prevede 42 mila posti in meno in Italia, ha immediatamente provocato la reazione dei sindacato anche in FriuliVg.

Nella nostra regione, secondo i primi calcoli, potrebbero saltare mille cattedre il prossimo anno.«Si tratta di cifre – ha spiegato Natalino Giacomini, segretario della Cgil Flc – che potrebbero addirittura peggiorare: fra docenti e personale tecnico e amministrativo, i tagli sarebbero più di mille. Siamo sbigottiti: il decreto mette a rischio non solo la qualità dell’istruzione, ma anche lo stesso funzionamento delle scuole, visto che molti istituti potrebbero trovarsi a non poter più garantire la sicurezza nello svolgimento delle attività».

«Una volta verificati i numeri – ha aggiunto – avvieremo un confronto con tutti i soggetti interessati per vedere se c’è disponibilità alla trattativa, ma ritengo fin d’ora che ci sia stata poca attenzione su questi temi da parte dei degli amministratori e dei politici locali».

Proprio alla politica si è rivolta anche la Cisl Scuola, con una lettera firmata dal segretario Donato Lamorte e inviata agli amministratori e ai parlamentari regionali. Il sindacato ha ricordato che, a fronte di un aumento di richieste per il tempo pieno, la bozza di decreto presentata dal ministro Gelmini «le scuole del Friuli Venezia Giulia verranno penalizzate sin dal prossimo anno scolastico con un taglio secco di 549 posti di personale docente: 146 posti per la scuola primaria; 247 cattedre per la scuola secondaria di primo grado e 156 cattedre per la scuola secondaria di secondo grado».


 

«Il presidente del Consiglio, – ha aggiunto – nei mesi scorsi, ha fornito ampie e reiterate assicurazioni pubbliche circa la volontà del governo di garantire e ampliare l’offerta del tempo pieno e del tempo prolungato e la Cisl chiede con forza che la promessa sia mantenuta».

«I tagli inoltre rischiano di creare anche un’emergenza sociale: a farne le spese infatti, ha ricordato Giacomini, saranno soprattutto i 1.200 precari presenti in regione, molti con anzianità è di servizio superiori a 10 anni, che perderanno il posto nei prossimi tre anni senza alcun ammortizzatore sociale. Anche su questa questione – ha aggiunto – avevano cercato di sensibilizzare la giunta, e avevano incontrato l’assessore Molinaro, chiedendo un incontro con i capigruppo che però non è mai stato convocato».