Sei in vacanza? Aumentiamo le tariffe dei cellulari

Ci risamo e mai nessuno che intervenga; e il bello è che le compagnie telefoniche scelgono il periodo in cui i consumatori sono in vacanza e in cui le notizie non vengono divulgate con la stessa forza dei mesi lavorativi per piazzarti l’aumento. E allora poniamoci alcune domande.

Che cos’è l’Authority? Bè nessuno lo sà esattamente anche perchè per sapere cos’è un qualsivoglia organismo devi capire che cosa questi faccia. E cosa fa l’Authority? Boh…

Che cos’è un cartello? Si tratta di un segnale, che dà informazioni o impartisce ordini. Talvolta, entrambe le cose.<br />

Che cos’è l’estate? Si tratta di una stagione, quella generalmente più calda (da noi è così), che dà la possibilità alla gente di tirare il fiato dopo un anno di lavoro. Talvolta, di sacrifici.

Checos’è una rimodulazione? Si tratta di una rivisitazione. Per ciò che concerne le tariffe telefoniche, solitamente è una modifica peggiorativa delle condizioni contrattuali per il cliente, costretto, per decisione unilaterale, a pagare di più un servizio. Talvolta, lo stesso servizio di prima.

Authority. Cartello. Estate. Rimodulazione. Quattro concetti che apparentemente non hanno nulla a che fare gli uni con gli altri, ma che Telecom Italia Mobile e Vodafone hanno deciso di mescolare in questo 2008. Un anno che finora veniva ricordato per bollette salate e prezzo del greggio alle stelle. Ora, anche per le rimodulazioni dei primi due gestori nostrani.

Che scelgono di aspettare un anno dalle rivisitazioni di Wind e Tre, e, visto che nulla si è mosso dall’Authority, di rivedere a loro volta le tariffe.

Accorpamenti peggiorativi per gli utenti Vodafone, aumento di scatto alla risposta per chi aveva scelto Tim. Anche se in realtà c’è molto altro ancora.

Come avrete capito, la scelta del periodo dell’anno non è stata fatta a caso, al pari delle modalità.

Succede così che nel nostro Paese, chi aveva urlato allo scandalo per le rimodulazioni di Tre, debba ora correggere il tiro. Non tanto perché quel gestore abbia fatto allora una scelta giusta (e infatti, da questo punto di vista, non è da riabilitare); piuttosto, perché tutti i gestori italiani si rivelano molto simili gli uni agli altri.

Una risposta a “Sei in vacanza? Aumentiamo le tariffe dei cellulari”

  1. x l’ingannevolezza dei messaggi pubblicitari sono state sanzionate Vodafone, Tiscali e 3 Italia (H3G), rispettivamente per le pubblicita’ dei servizi Vodafone Casa e H3G-Scendi in campo con “3”. Vodafone dovra’ pagare 250 mila euro di multa, 3 Italia 93 mila.

    Per pratiche commerciali scorrette sono invece state condannate Wind-Infostrada per Infostrada Absolute. Telefonate e Adsl a 9,95 euro al mese fino a primavera, 210 mila euro di multa, e Telecom Italia per Internet gratis, 195 mila euro.

    Nelle delibere Antitrust, a proposito dei messaggi, tra l’altro si legge: “Le informazioni ingannevoli e omissive riguardano caratteristiche dell’offerta imprescindibili ai fini dell’adozione di una decisione commerciale consapevole”; l’Authority “rileva, inoltre, la palese contrarieta’ alla diligenza professionale, atteso che un operatore […] e’ certamente edotto della natura essenziale delle informazioni omesse”.

    Le compagnie telefoniche, nonostante le ripetute condanne e i richiami delle autorita’, continuano a confezionare spot e prodotti ingannevoli. Il motivo e’ evidente: le sanzioni, nonostante l’elevazione di quella massima comminabile da 200 a 500 mila euro, rimangono modeste, non idonee a scoraggiare i gestori furbi (praticamente tutti).

    Solo considerando quest’ultima sfornata di condanne, ai gestori telefonici sono state irrorate sanzioni per quasi 850 mila euro. Un’inezia, se consideriamo che gli utili della sola Telecom Italia nel primo semestre 2008 sono stati 1 miliardo e 140 milioni di euro (5.846 volte maggiore rispetto ai 195 mila euro dell’ultima condanna) e i ricavi 14,838 miliardi di euro (76.000 volte maggiore).

    Contro questo andazzo, l’associazione dei consumatori suggerisce di elevare la sanzione massima per la pubblicita’ ingannevole a 10 milioni di euro.

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