Tarvisio: l’incognita Moschitz sulle elezioni comunali, Carlantoni e Mazzolini avversari come cinque anni fa

di Tiziano Gualtieri

La lotta per la poltrona di sindaco del Comune di Tarvisio difficilmente regalerà grandi sorprese con il solo Stefano Mazzolini (Lega) – teoricamente – in grado di disturbare il sindaco uscente Renato Carlantoni (PdL). Gabriele Moschitz (Un’altra Tarvisio e Valcanale Verde) farà, invece, da outsider rimanendo alla finestra pronto a “rubare” voti. Mentre Carlantoni e Mazzolini sono ormai due veterani della politica, Moschitz può essere considerato un “cavallo di ritorno” vista la sua esperienza nelle stanze del potere tra il 1993 al 1997 durante l’ultima giunta di centrosinistra guidata da Carlo Toniutti quando ricopriva il ruolo di assessore al bilancio. Naufragata, invece, l’idea di un quarto candidato espressione della civica “Un’Altra Regione per Tarvisio” vista l’impossibilità di costituire una lista: «L’avremmo fatta se fossimo riusciti a dare voce all’intero sistema sociale locale» spiega il referente Mario Ulian. Le cose sono andate diversamente e allora i bandelliani supporteranno il candidato della Lega Nord. Per Mazzolini e Moschitz non sarà comunque facile rompere l’egemonia di un PdL che da quindici anni governa il capoluogo della Valcanale. La convinzione di Carlantoni è che le urne premieranno le scelte fin qui fatte e poco importa aver perso per strada Franco Baritussio che nel 2007 aveva raccolto 208 voti. La Lega, che da circa vent’anni si presenta compatta, fa dell’unione la propria forza ma cinque anni fa rimase staccata di 1081 preferenze. «È arrivato il nostro momento» continua a ripetere Mazzolini che ritiene i tempi ormai maturi. L’incognita si chiama Moschitz sia perché potrebbe far confluire su di se i voti degli “scontenti”, sia perché potrebbe – invece – fare da “tappo” verso la rincorsa della Lega. Nelle ultime comunali, infatti, le civiche “Alleanza per Tarvisio” e “Crescere insieme”, presentando due diversi candidati sindaci, portarono a casa 747 voti. Ora sono cambiati gli equilibri: “Un’altra Tarvisio” ha raccolto alcuni nomi di “Alleanza per Tarvisio” tra cui l’allora candidato sindaco Enrico Toniutti, “Valcanale Verde” deve invece trovare un suo collocamento. Infine non è ancora ben chiaro dove andranno i voti (294 nel 2007) della defunta “Crescere insieme” composta da tanti ragazzi che hanno preferito non proseguire nell’avventura politica non riconoscendosi in nessuna delle liste in lizza.

2 Risposte a “Tarvisio: l’incognita Moschitz sulle elezioni comunali, Carlantoni e Mazzolini avversari come cinque anni fa”

  1. L’INTERVISTA di Tiziano Gualtieri 10/04/2012

    – Moschitz: «Basta con le seconde case». La campagna elettorale: «Concertazione, territorio e niente attacchi personali» le parole d’ordine. L’alternativa: «Chi governa a lungo può arrugginirsi. Abbiamo risorse da valorizzare»

    È anagraficamente il meno giovane, ma ha deciso di candidarsi per dare un rinnovamento a una Tarvisio che, sempre più spesso, deve fare i conti con decisioni «calate dall’alto e per nulla concertate con il territorio». Parliamo di Gabriele Moschitz, il nome che non ti aspettavi di trovare nelle urne e che dimostra subito di avere un approccio particolare alla corsa: quando gli chiedi come si comporterà in campagna elettorale, infatti, ti ferma e ti corregge «ma quale campagna elettorale. La mia sarà una “montagna elettorale”. Sobria e senza attacchi personali».

    Nella scelta dei simboli c’è una grande voglia di ritornare al territorio.

    «Ha detto bene, i simboli che identificano i due movimenti civici sono emblematici perché “Un’Altra Tarvisio” ha il cippo del Tre Confini che non ha bisogno di spiegazioni mentre “Valcanale Verde” ha la scritta in quattro lingue ed è ispirato a un giornalino che veniva prodotto circa trenta anni fa e che raccoglieva l’anima del tarvisiano nelle sue sfaccettature e diversità».

    Quale sarà la parola d’ordine della sua “montagna elettorale”?

    «La concertazione. In questo momento storico così difficile bisogna avere la razionalità e la coscienza di lavorare tutti insieme. Abbiamo delle diversità ma a livello di anima abbiamo un minino comune denominatore che ci unisce. Solo attraverso questo possiamo non far sprofondare la nostra comunità. Questo è un punto fermo dal quale bisognerà partire per diventare protagonisti del nostro territorio. Abbiamo risorse da valorizzare, che possono dare slancio alla nostra economia».

    In cosa consiste l’alternativa della sua candidatura?

    «L’alternativa, ed è paradossale, consiste nell’aprire gli occhi e guardare quello che abbiamo di fronte. Un ambiente fantastico, delle cose da valorizzare, dei progetti da condividere, non calati dall’alto ma venuti da noi che viviamo il territorio».

    Volete, dunque, dialogare maggiormente con il territorio.

    «Assolutamente. Non possiamo subire un partitismo che impone le cose senza alcuna concertazione con il territorio e i suoi rappresentanti. Bisogna ribaltare quello che è il modus operandi, di gestire le cose che, secondo noi, è l’esatto opposto di quello che dovrebbe essere».

    In che modo si può cambiare questi ultimi quindici anni di giunte Baritussio e Carlantoni?

    «Penso che ognuno faccia delle cose buone e commette degli errori. Non bisogna aver la presunzione di dire che quindici anni di amministrazione hanno portato a negatività o a positività. Penso però che chi amministra per tanto tempo possa arrugginirsi e perdere il contatto con quella che è la realtà».

    Tra le cose che hanno caratterizzato il tarvisiano in questi ultimi anni sono state le seconde case. Qual è il vosto pensiero?

    «Indubbiamente questo è uno dei grossi problemi. Le varianti urbanistiche e i piani regolatori avrebbero bisogno di una concertazione che possa ridisegnare il futuro. Da noi non è mai stato fatto, si è lavorato sempre a mosaico, portando a una situazione che ritengo drammatica. Bisogna assolutamente smetterla con le seconde case ma valorizzare e investire il patrimonio che abbiamo».

    E coloro che vanno a vivere in Austria perché si sta meglio?

    «Bella domanda. In Austria l’organizzazione sociale è completamente diversa. Noi dobbiamo ragionare sulle possiblità che il nostro territorio ci dà, visto che vogliamo vivere qui. Ovvio che un ente pubblico come il Comune deve diventare il portavoce di tutti, non può portare avanti solo determinati aspetti. C’è bisogno di un salto culturale non facile, ma abbiamo la presunzione – l’unica – che presentandoci abbiamo tracciato un solco dove qualcosa sarà seminato».

    Un’ultima domanda. In questa candidatura quanto c’è del Gabriele Moschitz che si è impegnato contro la pista del Pellegrino?

    «Quella “battaglia” mi ha fatto fare un’esperienza a 360 gradi perché abbiamo dovuto lavorare confrontandoci con tutti e trovando il sostegno di chi all’interno dei vari partiti aveva la nostra idea. Anche per questo non abbiamo paura di andare incontro a un impegno che, sicuramente, è mastodontico. Su Tarvisio c’è l’occhio puntato di tutta la Regione e noi dobbiamo dare un messaggio positivo, cioè di tre candidati che non vanno con i mitra a farsi la guerra. È ora di finirla con queste cose».

  2. Aggiornamento del 12/04/2012

    di Giancarlo Martina

    Sono vent’anni che il comune deve fare i conti con fattori negativi conseguenti ai cambiamenti che hanno stravolto l’economia dell’area di confine voluti dall’Europa. Il calo della popolazione, precipitata dagli oltre settemila residenti ai meno di cinquemila, è una realtà, come lo è anche il trasferimento di diversi cittadini che hanno scelto di andare a vivere oltre confine dove l’abitazione costa meno, attratti anche dai minori costi energetici. Appunto, cosa fare per frenare l’emoraggia dei residenti verso la Carinzia è la domanda posta ai tre candidati sindaci. L’uscente Renato Carlantoni, candidato del Pdl, afferma: «Per la soluzione del problema ci stiamo già adoperando. Nel 2008, con il vicepresidente della commissione europea Franco Frattini abbiamo cominciato il percorso per l’istituzione della zona franca e ora la competenza è dell’apposita commissione regionale che stabilirà i contenuti della zona franca con fiscalità di vantaggio. Dagli studi demografici e socio-economici emerge che Tarvisio è la parte più in crisi dovendo confrontarsi con i confini d’Austria e Slovenia. Da subito però possiamo favorire l’insediamento dei giovani attraverso la costituzione di una cooperativa sostenuta da contributo regionale per dare l’opportunità alle giovani coppie di costruirsi la casa a buon prezzo con l’edilizia convenzionata e in proposito abbiamo già individuato l’area da riservare a questa iniziativa a Tarvisio Centrale». Per Stefano Mazzolini, candidato della Lega Nord, è evidente che, «purtroppo per noi, quella della Carinzia, considerato che siamo tutti in Europa, è una concorrenza pesante, cui è difficile porre argine, specie per i settori maggiormente penalizzati del commercio e della ristorazione che da noi si trovano ad affrontare spese di gestione superiori del 30% nei rifornimenti energetici. I minori costi dell’abitazione inoltre attraggono oltre confine anche i tarvisiani per cui una soluzione per frenare i trasferimenti è trovare forme per favorire l’edilizia convenzionata che permetta l’acquisto della casa a bassi costi. Di zone franche finora l’Europa non ne ha concesse, perciò credo che il prossimo sindaco dovrà concertare con Regione e Governo l’abbattimento delle accise su energia elettrica, benzina gasolio e gas metano per chi vive in montagna». Gabriele Moschitz, candidato sindaco delle liste Valcanale Verde e Un’altra Tarvisio, vede la soluzione del problema nella valorizzazione di tutte le realtà del Tarvisiano. «I principi del nostro movimento civico che ha per simbolo il cippo dei tre confini e Valcanale Verde in quattro lingue – precisa – sono la forte opportunità di crescita del nostro territorio che ha sicuramente riferimento oltre che nella storia e nella cultura anche nei valori della convivenza fra i popoli. Quindi è necessario trovare un minimo comune denominatore che unisca commercio, turismo, artigianato, imprenditorialità e contadinanze nel perseguire, assieme all’amministrazione comunale, lo sviluppo economico della nostra realtà che può crescere accanto alle realtà d’oltre confine, non chiudendosi a loro. Infatti, la proposta di zona franca per noi sarebbe una chiusura verso l’esterno e l’antitesi del nostro modo di intendere la crescita della comunità».

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