Tarvisio: zona franca a obiettivo della Regione

di Tiziano Gualtieri

Tarvisio come “laboratorio di idee” per valutare un eventuale allargamento della cosa, o un intervento similare, anche nei territori di Trieste, Gorizia, Monfalcone e Cividale zone che si trovano ad affrontare le stesse problematiche. È quanto emerso dalla risposta dell’assessore regionale alle Finanze Sandra Savino a un’interrogazione a risposta immediata, presentata dal vicepresidente del gruppo consiliare del Pdl Franco Baritussio. Il già sindaco di Tarvisio chiedeva se la Regione intendesse riprendere urgentemente le procedure dei lavori per la costituzione di una zona franca interclusa nel Comune di Tarvisio e scongiurarne così lo spopolamento. Savino, che considera l’istituzione della zona franca un obiettivo «funzionale alla promozione del rilancio socio-economico del territorio e al contenimento dell’emigrazione dei residenti», non solo ha confermato la volontà della Giunta Regionale di proseguire lungo una via già tracciata, ma si è anche “sbilanciata” su quale tipologia di zona franca potrebbe diventare il capoluogo della Valcanale. L’ipotesi che potrebbe trovare una sua realizzazione sarebbe quella di una zona franca di tipo intercluso delimitata da veri e propri punti di entrata e uscita da sottoporre alla vigilanza dell’autorità doganale così come previsto dal codice doganale comunitario. Oltre a ciò sul territorio sarebbe autorizzata qualsiasi attività industriale, commerciale o di servizi e potrebbero essere sospesi i diritti doganali. Discorso differente, invece, per quanto riguarda altri tipi di agevolazioni come, ad esempio, esenzione dell’IVA o diminuzione delle accise che porterebbero una conseguente diminuzione degli introiti per Regione e Stato: in quel caso sarà l’Agenzia delle Entrate a valutare – di concerto con la Regione – le misure effettivamente attuabili. Tarvisio zona franca passa quindi da semplice idea a “fase propositiva concreta” e per questo motivo «sono state attivate dall’Amministrazione regionale una serie di relazioni interministeriali – si legge nella risposta dell’assessore Savino – che consentano di definire gli atti necessari sul piano procedurale per sviluppare l’istruttoria tecnico-formativa». Ovviamente soddisfatto Baritussio: «Stato ed Europa devono prendere atto che, dopo la caduta dei confini e l’unione monetaria, sui confini fra Stati interni all’Unione, i differenziali sui consumi e sui costi della vita sono cresciuti, anziché essere armonizzati o eliminati».

3 Risposte a “Tarvisio: zona franca a obiettivo della Regione”

    1. Zona franca esclusivamente per il tarvisiano, zona di 2 confini! il resto della montagna sarà il volano che girerà attorno a tarvisio!

  1. Aggiornamento del 04/02/2012

    di Giancarlo Martina

    Dopo le rassicurazioni in Consiglio regionale da parte dell’assessore Savino, tocca al sindaco di Tarvisio, Renato Carlantoni dare un contorno più definito a quella che potrebbe essere la prima prossima zona franca in Regione. Il prossimo passo sarà la riunione della specifica commissione convocata proprio dall’assessore Savino in Regione. «Al di là delle critiche di chi denuncia una “boutade elettorale”, teniamo a precisare che l’avvio dell’iter in questione è iniziato già nel 2008 con la giunta che presiedo, con l’avvallo dell’intero consiglio Comunale e il forte sostegno dell’allora vice commissario europeo Franco Frattini». Esordisce così il sindaco Carlantoni, che spiega anche come l’ipotesi più accreditata sarebbe quella della definizione di una “zona franca interclusa”, con la realizzazione di punti di entrata e di uscita sottoposti alla vigilanza dell’autorità doganale. Al suo interno potrà essere autorizzata qualsiasi attività di natura industriale o commerciale o di prestazione di servizi, come previsto dalle disposizioni del codice doganale comunitario e dalle relative norme di attuazione. «In questa zona – afferma Carlantoni -, potrà realizzarsi la sospensione dei diritti doganali mentre per quanto riguarda ogni altra forma di agevolazione, a livello ministeriale, è stata rilevata la necessità di valutare con l’Agenzia delle Entrate le misure discendenti dalla disciplina normativa sia nazionale che comunitaria applicabili al caso di specie (esenzioni dell’Iva, accise, ecc.)». «La Zona Franca non è una trovata demagogica – prosegue il primo cittadino – e potrebbe rappresentare la soluzione migliore per bilanciare tutte le problematiche e i disagi sorti nel nostro Comune in seguito all’apertura dei confini e alla crisi economica generale». Il progetto, già passato preliminarmente al vaglio dei tavoli ministeriali, ora deve essere rifinito nei particolari tecnici e contenutistici da un’apposita commissione regionale, per poi tornare all’analisi dei Ministeri competenti. È evidente che un simile percorso era più facilmente ottenibile prima dell’ingresso nell’Unione Europea, come è accaduto con Livigno, ma è altrettanto chiaro che all’epoca l’economia fiorente della comunità non avrebbe mai fatto pensare a questa possibilità. «La commissione regionale in merito – annuncia infine Carlantoni -, si riunirà il 20 febbraio a Trieste, alla presenza dell’assessore Savino: vi parteciperemo anche noi». «L’iter è evidentemente lungo e complesso – conclude il sindaco – ma un esito positivo potrebbe frenare lo spopolamento della nostra area, garantendo condizioni migliori per i residenti, nonché attirare investimenti esterni, in virtù di una nuova competitività che crei occupazione e servizi».

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