Tavagnacco: record di automobili e antenne

Ogni paese del Friuli ha una sua peculiarità che lo distingue da tutti gli altri; e se per San Daniele c’è il prosciutto, a Sutrio i mobili ed Maniago cj sono i coltelli a Tavagnacco ci sono, in proporzione al numero degli abitanti, più auto che Udine : 80 veicoli su 100 abitanti, contro i 64,4 di Udine. Tavagnacco è anche il centro che detiene il primato per numero di antenne, tra i comuni dell’hinterland: 7,2 su 10 chilometri quadrati. I dati, emersi durante l’incontro sovracomunale svoltosi ieri sull’Agenda 21, risalgono al 2006, ma secondo Legambiente, non sono variati di molto negli ultimi anni. Ecco allora che a Campoformido e a Pozzuolo ci sono più o meno lo stesso numero di vetture su 100 abitanti (rispettivamente 65,5 e 65,4), mentre a Martignacco 63,4.

«Il tasso di motorizzazione nazionale è del 59 per cento», ha precisato Agnese Presotto di Legambiente, sottolineando che Udine e dintorni superano di poco la media italiana. Lo studio portato avanti dal Circolo Legambiente di Udine e dall’ufficio Agenda 21, analizza i quattro comuni dell’hinterland e il capoluogo friulano, proprio per restituire un quadro completo del territorio, sotto vari aspetti, coinvolgendo cittadini e amministrazioni che partecipano al progetto "Sovragenda 21". Per quanto riguarda le antenne di telefonia mobile, Udine è naturalmente al primo posto: se ne contano 17 ogni 10 chilometri quadrati. Dopo Tavagnacco, con un certo scatto seguono Campoformido con 2,7, Pozzuolo con 2,3 e Martignacco con 1,1.
L’inquinamento poi nell’hinterland è pari a quello di Udine. «Inizialmente monitoravamo solo le 6 centraline storiche della città – ha detto Ettore Salvagni dell’Arpa – ora invece la situazione in periferia e nei comuni limitrofi non cambia molto dal centro cittadino». Secondo Salvagni, è una questione di dispersione di agenti inquinanti nell’aria. «Le polveri sottili – ha precisato – si diffondono in modo omogeneo nell’atmosfera e raggiungono valori elevati. Basti pensare che quest’anno i limiti di 35 giornate l’anno sono già stati superati e il 2008 non è ancora finito». Anche i limiti di biossido azoto (inquinante dovuto alla combustione) sono già stati oltrepassati e lo stesso vale per l’ozono (anche se i dati non sono definitivi) particolarmente pericoloso d’estate e nelle ore calde.
Tra gli altri aspetti presi in considerazione, c’è anche l’uso del territorio, cioè la distribuzione di case e aree verdi. A Udine, tanto per fare un esempio, il 48 per cento dell’area cittadina è edificata, mentre il verde pubblico ammonta al 5 per cento. «L’idea è quella di usare in modo sostenibile il suolo – ha detto la Pressotto – sfruttando spazi non utilizzati». Sempre per Udine si è parlato anche di consumi energetici elevati, ma stabili; di buona qualità dell’acqua e della raccolta differenziata, pari al 40 per cento (l’obiettivo per fine dicembre è del 45 per cento). «I dati precisi sono disponibili solo per Udine – ha detto Marino Visintini di Legambiente – nei prossimi giorni saranno resi noti anche quelli dei quattro comuni interessati dal progetto. Il prossimo appuntamento è, infatti, per mercoledì 29 ottobre a Campoformido».

Una risposta a “Tavagnacco: record di automobili e antenne”

  1. Aggiornamento del //

    TAVAGNACCO. Le polveri sottili Pm 10 non risparmiano neppure l’hinterland. Secondo i dati raccolti da Legambiente, infatti tra il 19 dicembre del 2006 e il 21 giugno del 2007 sono stati 24 gli sforamenti complessivi rispetto ai limiti consentiti. Un dato di pochissimo inferiore a quello rilevato a Udine, dalla centralina Arpa di via Manzoni.

    I controlli, a Tavagnacco, sono stati eseguiti tramite centraline mobili, per un monitoraggio di 172 giornate. «Sono dati – spiega il vicesindaco di Tavagnacco, Gianluca Maiarelli – che ovviamente impongono un ragionamento. C’è una questione in piedi assieme agli altri comuni dell’hinterland e a Udine. Dovremo scrivere una lettera congiunta alla Regione per verificare le politiche comuni da adottare in caso di sforamento. Ma alla base di tutto c’è il problema del trasporto pubblico. Se nel capoluogo è possibile correre ai ripari con provvedimenti come le targhe alterne nei nostri territori questa soluzione è impraticabile. Manca una rete di mezzi pubblici adeguata. Se a Tavagnacco proponessimo la circolazione a targhe alterne la maggior parte delle persone non saprebbe come raggiungere il posto di lavoro. Ci sono frazioni nel nostro comune che non sono servite dall’autobus e finché non si risolve questo problema è difficile pensare ad alternative per ridurre la presenza di Pm10».

    Attualmente il comune di Tavagnacco può contare su in indice di copertura del trasporto pubblico, pari al 60 per cento, un dato che negli ultimi quattro anni ha fatto registrare un più 3%. Un primo miglioramento per quanto riguarda la qualità dell’aria, però, almeno sulla strada Tresemane, sarà originato dalle nuove infrastrutture. «La creazione delle rotonde al posto degli attuali semafori – prosegue Maiarelli – dovrebbe ridurre in parte l’inquinamento. Senza gli stop and go dei semafori, infatti, le auto non rimarranno ferme a motore acceso». L’analisi di Legambiente sul territorio comunale di Tavagnacco ha evidenziato anche altri aspetti. Tra questi la presenza di antenne. Ogni 10 chilometri quadrati a Tavagnacco sono presenti 3,25 ripetitori. Le analisi sull’inquinamento elettromagnetico, compiute dell’Arpa, hanno però evidenziato valori di emissioni molto al di sotto dei limiti consentiti.

    Molto positiva la situazione legata ai rifiuti. Negli ultimi mesi, infatti, la percentuale di raccolta differenziata si attesta attorno al 75%. «La scelta di introdurre la raccolta differenziata spinta – continua il vicesindaco – si è rivelata quindi vincente». L’uso del suolo e la sua divisione, tra aree verdi ed edificate, rende Tavagnacco un comune a metà tra la città e i paesi meno urbanizzati. Le aree edificati costituiscono il 43 per cento del territorio complessivo, mentre quelle agricole sono il 44,9. Il 2,8 per cento sono aree protette e l’1,7 è rappresentato da verde urbano. Il restante 7,7 è formato da zone edificabili.

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