Il sottufficiale capo dei carabinieri di Tolmezzo Demetrio Condello, ha chiesto il patteggiamento per detenzione di droga ai fini di spaccio e concussione. L’istanza di applicazione pena, gia’ concordata con il Procuratore capo di Tolmezzo, Giancarlo Buonocore, ammonta, secondo quanto si e’ appreso, a poco meno di quattro anni di reclusione. Il patteggiamento riguarda tutti i reati contestati, che vanno dalla detenzione e cessione di stupefacenti al peculato, ai falsi relativi alla simulata distruzione della droga e alla concussione. Detratto il periodo della custodia cautelare in carcere e ai domiciliari, la pena consentirebbe a Condello il legittimo affidamento in prova ai servizi sociali. La decisione sulla congruita’ della pena pattuita verra’ presa dal Gip il prossimo 4 giugno.
aggiornamento del 01/05/2012
di Guido Surza
Ha imboccato la strada del patteggiamento l’ex comandante dei carabinieri di Tolmezzo accusato principalmente di vari episodi di detenzione e cessione di droga. Oltre che di reati contro la pubblica amministrazione. Il luogotenente Demetrio Condello – che fu arrestato il 2 agosto dell’anno scorso e che ancor’oggi si trova agli arresti domiciliari – ha infatti chiesto l’applicazione della pena. Il procuratore Giancarlo Buonocore e il sostituto Luca Olivotto – titolari dell’inchiesta condotta dalla Squadra mobile di Udine e dal locale commissariato – hanno prestato il consenso al patteggiamento e quindi con rito immediato è stata fissata l’udienza davanti al Giudice per le indagini preliminari. Si terrà i primi giorni di giugno. Si tratta d’un accordo per un patteggiamento “tombale” sull’intera linea accusatoria scattata dall’episodio iniziale quando Condello fu trovato con poco meno di 5 mila euro che rappresentavano il frutto d’una cessione di droga. Soltanto ai fini della concessione delle attenuanti generiche gli è stata riconosciuta l’attenuante della collaborazione nel calcolo della pena che mira con il cosiddetto “presofferto” – il periodo già trascorso agli arresti – a poter chiedere l’affidamento in prova al Tribunale di sorveglianza, per evitare altro carcere. In altre parole, una pena finale appena inferiore ai 4 anni. Se per Condello l’inchiesta è considerata chiusa dalla procura – il rito immediato è chiesto quando la prova è ritenuta evidente – non altrettanto si può dire per le altre posizioni dei carabinieri coinvolti a vario titolo nell’inchiesta. Con la richiesta di patteggiamento di Condello e il rito immediato chiesto per altri due carabinieri – ma soltanto per alcuni reati contro la pubblica amministrazione – sta infatti per cominciare quella che sembra essere una partita a scacchi tra accusa e difese, specie per quanto riguarda i reati in materia di droga che si contestano agli altri carabinieri, in concorso con Condello. Al giudizio immediato – ma appunto solo per un episodio relativo a reati contro la pubblica amministrazione – andranno a breve anche il brigadiere Silvio Giamblanco e il maresciallo Ignazio Tidona. Nell’iniziale ipotesi accusatoria che aveva portato all’arresto di Tidona si faceva riferimento alle ipotesi di calunnia e falso in relazione a indagini che risulta abbiano poi portato all’occultamento della droga che si ritiene essere stata ceduta da Condello e da Giamblanco.