Trasaghis: e se le concessioni per le centraline fossero affidate ai Comuni?

di Piero Cargnelutti.

L’energia idroelettrica in mano agli attori locali. È la proposta che arriva dal comitato a difesa del lago dei Tre Comuni, presentata venerdì scorso in occasione dell’incontro pubblico organizzato al centro sociale di Alesso, per presentare lo studio realizzato da Dino Franzil sul tema del raddoppio della centrale Edipower di Somplago. La proposta del comitato prende spunto dalle concessioni richieste per la realizzazione di tre centraline idroelettriche lungo il corso del Leale e sullo scarico del torrente presso il bivio di Avasinis: «Sono richieste – ha detto Franceschino Barazzutti del comitato – che arrivano dal Cosint e da una ditta di Pordenone: di fronte a questo ci chiediamo perché non sono le realtà del territorio a realizzare questo tipo di impianti in modo che l’energia prodotta resti nella vallata e i proventi servano a ri-naturalizzare il lago. Lo studio di Franzil, dimostra per esempio che presso lo scarico del Leale è possibile realizzare una centralina nel pieno rispetto del deflusso minimo vitale». Il comitato propone alla Regione di adottare una legge ad hoc nella quale le concessioni per le centraline siano affidate prioritariamente a Comuni, enti locali, cooperative e imprese che si impegnino a investire sul territorio i proventi dell’energia idroelettrica raccolta, e per questo chiede che si crei un fondo di rotazione dove gli stessi enti locali possano ricevere prestiti ad interessi bassi, che con il tempo possono essere rimpinguati con le rendite degli impianti realizzati. Tutto quanto, sotto il controllo dei Comuni che stabiliscano dove è possibile o meno fare questi interventi nel rispetto dell’ambiente. Sulla questione del raddoppio Edipower, Barazzutti ha accennato al fatto che «girano voci che si stia cambiando idea su quel grosso investimento, ma noi stiamo in allerta anche perché nella prossima seduta di consiglio a Cavazzo si voterà una variante che permetterà alla centrale di creare una discarica per gli inerti della galleria da 8 chilometri, prevista nel progetto».