Udine: il castello rimarrà proprietà dello Stato

di GIACOMINA PELLIZZARI dal MV di oggi

Udine celebrerà l’Unità d’Italia senza poter vantare la proprietà del castello. E’ molto improbabile infatti che il Comune ottenga il trasferimento del maniero entro il prossimo anno visto che l’elenco dei beni che saranno trasferiti agli enti locali con il federalismo demaniale non comprenderà gli immobili vincolati dalle Belle arti. Il castello di Udine è uno di questi.

«I beni culturali si tengono i loro beni» conferma l’onorevole Ivano Strizzolo (Pd) dopo aver affrontato la questione in commissione Finanze della Camera dove ha portato proprio il caso di Udine. «Sto seguendo il problema da anni, ma dall’analisi della bozza di parere sul federalismo demaniale è emerso chiaramente che il castello rischia di non essere trasferito a Udine» spiega Strizzolo soffermandosi su un aspetto a suo avviso più grave: «Sono i ministeri a decidere quali beni trasferire, i Comuni non possono chiederne altri al di fuori di quell’elenco».<br />
Anche se mercoledì il primo decreto attuativo del federalismo riceverà il via libera dal Parlamento, a Udine sfuma la possibilità di ottenere il trasferimento del castello per le celebrazioni del 150º anniversario dell’Unità d’Italia. «A questo punto – sottolinea sempre Strizzolo – non ci resta che riprendere in mano il protocollo d’intesa, che prevede il trasferimento gratuito del castello dallo Stato alla Regione e quindi al Comune, sottoscritto qualche anno fa dagli allora premier Romano Prodi e Riccardo Illy». Secondo l’onorevole del Pd, insomma, «più che il Comune deve essere la Regione a far leva sul protocollo d’intesa per riaprire la trattativa con lo Stato».
Nel frattempo, palazzo D’Aronco continua a cercare una via d’uscita. «Per capire come agire sarà importante leggere il decreto sul federalismo demaniale» afferma l’assessore alla Pianificazione territoriale, Mariagrazia Santoro, nell’ipotizzare tempi lunghi per restituire alla città il suo castello.
Al di la delle motivazioni storiche derivanti dal fatto che nel castello c’è la sala del Parlamento luogo simbolo del popolo friulano, alla base della richiesta di trasferimento c’è anche un aspetto finanziario che soprattutto in tempo di crisi non merita di essere trascurato. Oltre alle spese di gestione, infatti, il Comune è costretto a versare 103 mila euro l’anno al Demanio di canone d’affitto. A questa cifra vanno aggiunte le spese di ordinaria e straordinaria manutenzione dell’immobile.
Di fronte a questa prospettiva quindi è abbastanza probabile che l’assessore alla Cultura, Luigi Reitani, come aveva annunciato qualche settimana fa, investa della problematica il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.