Udine: il signore degli “scarpets” ultimo a resistere ai cinesi

di Federica Barella

La signora Renata De Benedetti, una vita intera trascorsa al suo banco di ciabatte, borse e scarpets friulane, tra via Zanon e la Roggia (proprio di fronte alla “Ghiacciaia”), se ne è andata la scorsa domenica. E’ morta all’età di 76 anni. E così ora Romano Burba, 69 anni, di cui 63 trascorsi tra i banchi del mercato di fronte alla galleria Bardelli, è l’unico e ultimo venditore in zona delle ciabattine friulane più amate anche dai “vip” oltre oceano. Una volta c’era anche il negozio vicino a vicolo Portello. Ora c’è solo lui. Resiste, assieme al banco dei formaggi e alla fiorista, alla lenta ma inarrestabile invasione dei cinesi. Ma lo stesso signor Romano non sa fino a quando ce la farà ad andare avanti. Anche se lo spirito combattivo non gli manca. Come non gli manca anche la consapevolezza di vendere un bene prezioso: le tipiche “scarpets” (o anche “stafets”) fatte col velluto, la gomma della bicicletta come suola, velluto e tanta manualità. «Ho clienti in tutta Italia e in tutto il mondo. In molti quando passano da Udine vengono da me a fare il “pieno” di pantofoline. Ma fino a poco tempo fa io stesso spedivo questi scarpets in tutto il mondo, da New York a londra. Ora ci pensa direttamente l’azienda artigiana dove mi rifornisco io. Si trova a Fauglis. E anche questa piccola realtà è da benedire. E’ uno degli ultimi posti dove si fabbricano queste particolari calzature. Mentre a San Daniele si realizzano prevalentemente quelle ricamate». Romano Burba già a sei anni seguiva mamma e papà tra i banchi di via Zanon. «Mi ricordo ancora – racconta il signor Romano – quando nella via le bancarelle erano una trentina. C’erano anche le signore che vendevano le galline e le uova. Altre avevano gli aggetti in legno. I banchi erano tutti mobili. Venivano montati al mattino e smontati la sera. Poi sono state realizzate le prime strutture fisse. Ma all’epoca del sindaco Candolini, il Comune decise che le licenze non potevano più essere passate di padre in figlio. Il nostro mercatino iniziò a cambiare allora». Un cambiamento lento, ma costante. Così ora ci sono solo sette bancarelle: due chiuse, due in mano a cinesi e tre tenute aperte da altrettanti udinesi: oltre a Romano Burbo e alla signora dei formaggi, c’è infatti anche la fioraia. «Ma il mio banco non lo avranno – precisa Burba, riferendosi ai cinesi spesso disposti a pagare subito e in contanti -. Per ora, malgrado non sia più giovane, io vado avanti: lavoro non mi manca, richieste ne ho soprattutto per le scarpets che ormai faccio fare anche su ordinazione non solo col velluto di tutti i colori ma anche con altre stoffe. E poi voglio anche vedere che effetto farà la nuova rivoluzione prospettata dall’assessore Malisani». In Comune è pronto infatti uno studio che prevede lo spostamento di tutte le bancarelle di via Zanon sul lato strada per liberare così la passeggiata lungo la roggia. Un progetto che non dispiace agli ambulanti. Che però prevedono problemi. «Alcuni stand – spiega Fabiola Verona, da 16 anni dietro al banco dei formaggi – hanno sicuramente più di 50 anni. C’è il rischio che trasferendoli si autostruggano. Per fortuna il nostro è quasi nuovo».

 

articolo dal sito del Messaggero Veneto