Udine: la Regione lascia la Fondazione del teatro Giovanni da Udine


di DOMENICO PECILE

La Regione uscirà dalla Fondazione del teatro Giovanni da Udine. Lo ha annunciato l’assessore regionale alla cultura, Elio De Anna. Immediata la replica del suo collega udinese, Luigi Reitani: «Non ne so ancora nulla; voglio capire le motivazioni politiche». L’annuncio choc arriva, tra l’altro, a pochi giorni dall’assemblea del teatro udinese sul bilancio. E, secondo indiscrezioni, la Regione potrebbe non approvarlo.

La Regione partecipa alla Fondazione del teatro con il 42 per cento, il Comune ha il 50 e la Provincia il rimanente 8 per cento. De Anna  – che ha concordato la linea con il presidente Tondo – è categorico: «Usciremo dal Giovanni da Udine. Che senso ha e per che cosa dovremo rimanerci? La partecipazione della Regione è anomala: ci sono 10 istituti teatrali e noi partecipiamo soltanto in 5. Insomma, non ha senso rimanere all’interno di alcune Fondazioni soltanto. Anche perché la Regione non deve avere il compito di governare i teatri, ma di sostenere programmi culturali».<br />
L’annuncio del new deal culturale della Regione dovrebbe avvenire a gennaio quando – come aveva anticipato dallo stesso De Anna al nostro giornale – saranno organizzati gli “Stati generali” al parco di Pordenone con una riunione di sintesi e incontri in ogni provincia che porteranno poi a marzo a un convegno nazionale con il ministro Bondi, elezioni permettendo. «Questi incontri – aggiunge l’assessore regionale – saranno di ascolto e vorrei che chi parteciperà non sollevi rivendicazioni sui mille euro in più o in meno che riceve, ma suggerisca proposte che potremo recepire».
Nel progetto di riorganizzazione che De Anna sta mettendo in campo, la cultura dovrà «rappresentare un’opportunità e non un centro di spesa, magari a piè di lista. Molti teatri fanno fatica a chiudere i bilanci affidando poi gli stessi a una gestione incontrollata. Insomma, il teatro deve trovare da sè le risorse, poi la Regione interverrà nella valutazione, possibile condivisione e finanziamenti di singoli programmi. Sosterremo la cultura, soprattutto le sue eccellenze. Ma i patti dovranno essere chiari».
Parole destinate a fare molto rumore anche se per il 2011 i finanziamenti dovrebbero ormai essere garantiti dalla Finanziaria regionale. Tant’è! Ma è probabile che le dichiarazioni di De Annna incendino l’assemblea del Giovanni da Udine, programmata per il prossimo 23 dicembre. L’assessore comunale alla Cultura, Luigi Reitani, dichiara di non aver ricevuto alcuna comunicazione ufficiale nel merito. «Attendo di capire – insiste – poi vedremo il da farsi. È vero però che Udine è l’unico capoluogo ad avere la Regione che partecipa alla Fondazione del teatro».
Reitani si augura che l’annunciata uscita dalla Regione non comporti nulla sotto il profilo economico, «ma bisognerà capire fino a che punto la Regione intenderà sostenere il Giovanni da Udine». Altro è invece il discorso «sotto il profilo politico». Reitani si pone alcuni quesiti: «Perché la Regione ha fatto questa scelta? Perché non vuole più partecipare a un tavolo comune rinunciando così alla possibilità di un controllo della gestione? Perché vuole limitarsi a fare da ente finanziatore?». Domande, ammette Reitani, alle quali non c’è ancora risposta. «Aspetto di capirci meglio», ripete. E intanto spunta l’ipotesi che anche la Provincia possa seguire la Regione nell’addio alla Fondazione

2 Risposte a “Udine: la Regione lascia la Fondazione del teatro Giovanni da Udine”

  1. aggiornamento del 21/12/2010

    Equidistante da Comune e Regione. Ma soprattutto polemico con entrambi. Il presidente della Provincia, Pietro Fontanini (nella foto), terzo azionista della Fondazione del teatro Giovanni da Udine con l’8 per cento, non ha gradito nel modo più assoluto la “sparata” dell’assessore regionale Elio De Anna. Sarà che ieri il presidente leghista aveva il dente avvelenato contro la giunta Tondo (che ha attaccato alzo zero, come riportiamo in altra pagina di questo giornale), o sarà che, bene o male, il Giovanni da Udine è pur sempre un grande patrimonio del Friuli, fatto sta che Fontanini boccia senza mezze misure l’ipotesi di uscita della Regione dalla Fondazione.
    «Uscire – taglia corto – sarebbe un atto molto grave perché metterebbe in difficoltà la Fondazione. La Regione, in un modo o nell’altro, ha sempre garantito il finanziamento ai teatri. Anche in questo caso deve verificarsi la stessa cosa. Dopodichè, la Regione bene farebbe a invocare una maggiore collegialità all’interno della stessa Fondazione. Ma l’uscita eventuale comporterebbe problemi legati allo Statuto. No, non credo sia una soluzione percorribile».
    Ed è a questo punto che il presidente leghista punta il dito anche contro il Comune di Udine. «Con il suo 50 per cento – sottolinea – mette semopre in difficoltà gli altri partner. Io sono dell’avviso che spetti proprio a palazzo D’Aronco reimpostare una vera collaborazione con gli altri soci, noi e la Regione. Come? Beh, mi sembra chiaro: manifestando una maggiore disponbilità e garantendo una più marcata collaborazione».
    Insomma, per il presidente di palazzo Belgrado questa potrebbe essere un’ottima occasione per ridefinire equilibri e rapporti interni al Giovanni da Udine, escludendo così ogni ipotesi di uscita della Regione dalla Fondazione.

I commenti sono chiusi.