Udine: per gli annunci a luci rosse due in cella, indagato anche il MV

Si conclude con due arresti e nove indagati l’operazione dei Carabinieri di Udine contro lo sfruttamento della prostituzione. Nell’indagine è finito anche il quotidiano friulano “Messaggero veneto” che ha pubblicato annunci a sfondo sessuale. In particolare sono state notificate du avvisi di garanzia a direttore e responsabile della pubblicità. L’indagine è curata dal sostituto Procuratore della Repubblica, Claudia Danelon. Le misure cautelari sono state emesse dal Gip Alessio Verni

Siti Internet e inserzioni pubblicitarie, meglio se su riviste a sfondo sessuale, come “vetrina” della prostituzione, e appartamenti sparsi in tutti i quartieri della città come “alcova” per incontri a luci rosse: ecco come cambia il “mestiere più antico del mondo”. E, soprattutto, ecco le piste lungo le quali i carabinieri del Nucleo investigativo di Udine, coordinati dal sostituto procuratore Claudia Danelon, hanno lavorato negli ultimi dodici mesi. Un’inchiesta approdata ieri mattina nell’esecuzione di due misure cautelari in carcere e nella notifica di nove avvisi di garanzia, tutti per l’ipotesi di reato di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, e proseguita nel pomeriggio con il controllo di un’ulteriore tranche di appartamenti, una cinquantina almeno, e di altrettante “lucciole” (compreso qualche transessuale).<br />
Entrambi udinesi gli arrestati su disposizione del Gip Paolo Alessio Vernì: Alessandro Bramante, 56 anni, e Pietro Bolzanello, 50 anni, ritracciato ieri a Roma. L’accusa imputa loro di avere gestito tutti gli aspetti legati alla reclamizzazione delle donne interessate a fornire prestazioni sessuali a pagamento. Sarebbero stati loro, in altre parole, a occuparsi non soltanto della pubblicazione delle inserzioni, ma anche della loro creazione, con tanto di fotografie e descrizione delle prostitute. Naturalmente dietro lauto pagamento: 150-200 euro a inserzione mensile. Un affare da centinaia di migliaia di euro al mese, se si considera che soltanto sul web, in un solo giorno, i tre siti finiti nel mirino dei carabinieri contano più di mille annunci. L’avvocato di fiducia di Bramante e Bolzanello, Giorgio Weil, intanto, ha già presentato istanza di scarcerazione al Riesame di Trieste. «Riteniamo – ha detto – che l’attività da loro svolta sia del tutto lecita».
Tutto il meccanismo è stato ricostruito dalla Procura anche grazie ai racconti delle stesse donne “incastrate” dai carabinieri nel corso delle visite effettuate nei loro appartamenti. Spacciandosi per clienti, gli uomini comandati dal tenente Fabio Pasquariello contattavano telefonicamente i numeri pubblicati su giornali e siti Internet e fissavano appuntamenti ai quali si presentavano prima sotto “mentite spoglie” e poi, una volta concordato il prezzo della prestazione, sospendendo la “messinscena” e mostrando il tesserino dell’Arma. Così anche ieri, per un totale di cinque abitazioni poste sotto sequestro per assenza del contratto o della comunicazione alla Questura di cessione del fabbricato. Dall’inizio dell’operazione, sono stati posti i sigilli a una quarantina di appartamenti (parte dei quali, nel frattempo, dissequestrati) e verificata la posizione di circa 150 donne, tutte provenienti dai Paesi dell’Est e dal Sud America.
A finire nei guai sono stati i direttori delle riviste specializzate “Best Annunci” e “Top Annunci” e dei collegati siti Internet
www.bestannunci.com e www.topannunci.com, oltre al sito www.cercoamicivip.com e alla collegata casa editrice di Padova. Si tratterebbe comunque di società che in Veneto hanno lasciato solo gli uffici e che da un annetto avrebbero spostato la sede legale in Croazia. La Procura sta indagando anche sugli annunci che le prostitute avrebbero fatto pubblicare autonomamente, cioè senza l’intermediazione dei due arrestati, sulla stampa locale. Da qui, gli avvisi di garanzia notificati anche al rappresentante legale della società che pubblica il periodico “Città Nostra” di Pordenone, all’amministratrice legale del settimanale “Affare fatto” di Treviso, al presidente del Cda della pubblicità del settimanale “La Bancarella” (nell’elenco figura anche il direttore responsabile, al quale però ieri non è stato possibile notificare l’avviso), al direttore responsabile del Messaggero Veneto, Andrea Filippi, e al direttore di filiale della concessionaria pubblicitaria “Manzoni”. Analoga indagine è scattata nei giorni scorsi a Trieste, ma con esiti in parte diversi: sono state infatti arrestate due persone che gestivano siti Internet di appuntamenti, ma la procura non ha ritenuto di dover procedere nei confronti dei giornali che – come nel caso del nostro e della quasi totalità dei quotidiani italiani – pubblicano da sempre annunci a pagamento.

5 Risposte a “Udine: per gli annunci a luci rosse due in cella, indagato anche il MV”

  1. Poveri buffoni sequestrano i siti delle prostitute che volontariamente vogliono fare quel lavoro mentre verso mafia droga e furti fanno poco o niente.Bravi CARABINIERI MUSULMANI facciamo come in IRAN mettiamo in galera o meglio a morte le prostitute.W l ITALIA W ALLAH

  2. e io adesso come faccio ad andare a puttane!?!?!

    Ma poi mi chiedo, se io ho voglia di andare a puttane e loro vogliono fare questo lavoro.. che cazzo vogliono questi Pubblici Ministeri… ma andassero a lavorare su cose ben più gravi!!!!

  3. e se invece di fare queste razzie, che trovano il tempo che trovano, visto che in poco tempo le prostitute si riorganizzano, facessimo in modo che la prostituzione diventasse un’attività vera e propria, dove gli operatori pagano le tasse, vengono controllati dalle USL e schedati dalla municipale, per togliere quel velo di sfruttamento da una pratica millenaria ed inarrestabile ?

  4. i magnacci del 2000

    i magnacci della rete

    si nascondono dietro siti registrati con prestanomi e su server esteri

    truffatori che vivono nel lusso con i soldi di donne che PER SCELTA fanno il lavoro piu’ vecchio del mondo

    non sono qua a discutere se giusto o no vendere favori sessuali ,

    vedi alcune veline ,letterine, attricette che accompagnano il regista di turno ,

    ma per dire:

    è ora di mettere in galera e fermare lo sfruttamento

    perchè non indagare anche sul sito

    http://www.nonsoloescort.com

    ed il suo creatore……come vive,come paga le tasse ,come paga l affitto e che condanne ha a suo carico

    DONNE ,SVEGLIATEVI !!!

    FATE DA SOLE SENZA MANTENERE FARABUTTI !

    aiutatemi a far girare questo post!!!

  5. che vergogna con tutta la mafia che c e vanno a rompere alle lucciole anche volontarie anche indipendenti … e fanno irruzzione nelle case anche con contratto registrato e con tutte le carte in regola …. 
    questo lo facevano nel fascismo … che vergogna … 

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