Udine: per la prima volta una sperimentazione contro la SLA con l’uso di Epo


di Michela Zanutto

Sarà l’Epo, il tristemente famoso doping degli atleti (ciclisti e podisti in particolare) a rappresentare una speranza per i malati di Sla, (sclerosi laterale amiotrofica), patologia neurodegenerativa che ogni anno registra 20 nuovi casi in Friuli Vg. Per la prima volta al mondo infatti parte una sperimentazione che coinvolgerà 25 ospedali in Italia fra cui anche quello di Udine. Le informazioni preliminari arrivano dallo studio condotto dall’istituto neurologico Carlo Besta di Milano. In questa prima fase di sperimentazione, attivata su un campione di malati ridotto, si sono ottenuti risultati molto incoraggianti  «L’obiettivo è duplice – spiega Roberto Eleopra, primario di neurologia dell’Azienda universitario ospedaliera Santa Maria della misericordia che assieme al dottor Lorenzo Verriello condurrà la sperimentazione -: da un lato vogliamo osservare se c’è un rallentamento nell’evoluzione della malattia per cui non esiste alcun farmaco in grado di bloccarla. Dall’altro osserveremo anche il punto di vista della funzionalità, ovvero se evolve in modo meno grave».<br />
Sei i mesi di tempo che potranno salire a 18 se i risultati saranno positivi. Ieri è arrivato il placet dal consiglio etico del nosocomio udinese e a breve partirà la sperimentazione: uno studio clinico in “doppio cieco”, in altre parole metà dei pazienti sarà trattata con l’Epo e l’altra metà con un placebo. Per evitare di influenzare i risultati, nemmeno i medici sapranno quali sono i pazienti trattati con l’eritropoietina. In attesa ci sono già sei candidati friulani malati di Sla e il loro numero potrebbe crescere ancora. Molto rigidi i criteri di selezione delle “cavie”. «La malattia non deve essere allo stato terminale – precisa Eleopra – quindi il paziente non deve essere in fase di insufficienza respiratoria». Il limite stabilito è quello dei 18 mesi dal momento della scoperta della malattia. In ogni caso è sufficiente contattare la neurologia del Santa Maria della Misericordia per fissare una visita con gli specialisti che valuteranno caso per caso.
L’Epo è un medicinale salito alle ribalte per i molti casi di doping in cui è stato strumento. Nell’uso canonico è uno stimolante cellulare, facilita cioè il replicarsi dei globuli rossi ed è per questo usato in ematologia per trattare le anemie. Ma nella prima fase sperimentale condotta all’istituto Besta di Milano, si è visto come sui malati di Sla impedisca la degenerazione dei neuroni (apoptosi). «Si è potuto osservare – prosegue il primario Eleopra – un effetto protettivo rispetto alla morte dei neuroni e quindi, senza dare effetti collaterali, ha migliorato la vita dei pazienti». Se assunto come doping, l’Epo, può portare a importanti problemi cardiocircolatori, «ma le dosi proposte per la sperimentazione – sottolinea Eleopra – sono un decimo di quelle usate per il doping e sono già sicure».
Il via alla sperimentazione è stato accolto con emozione dal presidente regionale dell’Associazione italiana sclerosi laterale amiotrofica (Aisla), Laura Largajolli Toffolutti: «È una notizia non solo importante, ma fantastica. Un punto di partenza perché non era mai stato fatto nulla di questo genere. I nostri malati non dovranno più correre in cerca di una speranza, fra l’altro le iniezioni di Epo hanno cadenza quindicinale e sarebbe stato troppo impegnativo come ritmo di spostamento».