UE: nuove norme del Pacchetto Igiene farebbero chiudere malghe e caseifici in Friuli


Ci risiamo: ogni qual volta la UE emette nuove norme sulla salute e sull’igiene, in FVG rischiano la chiusura le nostre migliori realtà dove si producono prodotti tipici. Ma i nostri rappresentanti in Europa cosa fanno? Ci rendiamo conto che le elezioni Europee sono una questione fondamentale e non un qualcosa da lasciare a nani e ballerine? Rischiano la chiusura 160 fra caseifici e latterie, fra malghe e agriturismo del Friuli Vg. Realtà – conosciute e apprezzate in tutto il Paese e non solo – messe in ginocchio dal Pacchetto Igiene dell’Ue. Pacchetto che potrebbe essere “alleggerito” da un decreto che la Regione «tarda ad approvare», ma che a palazzo assicurano in arrivo.

Per accelerare l’intervento della Regione, in queste ore, l’a ssociazione allevatori ha inviato una lettera agli assessori alla Sanità, Vladimir Kosic, e all’Agricoltura, Claudio Violino che assicura l’istituzione di una commissione. «Sono oltre 160 le latterie turnarie, i caseifici aziendali, le malghe e la vendite di latte crudo in Fvg; molte di queste rischiano la chiusura se la Regione non assumerà provvedimenti per scongiurare l’applicazione rigida dei regolamenti (Ce 852 – 853 del 2004) del cosiddetto «Pacchetto Igiene».

Se a queste aggiungiamo i macelli degli agriturismo e quelli cooperativi, i laboratori artigianali, l’elenco si allunga. Un colpo durissimo che potrebbe mettere in ginocchio definitivamente le produzioni agroalimentari di qualità vanto del Fvg e qualche migliaio di posti di lavoro: dagli insaccati ai formaggi di alta qualità a base di latte crudo, come prevedono le migliori tradizioni produttive.

L’allarme è stato lanciato nel corso di un incontro tecnico organizzato a Codroipo dall’Associazione Allevatori del Fvg al quale sono intervenuti i rappresentanti di caseifici cooperativi e artigianali, e degli agriturismo, oltre che delle associazione di categoria. «Noi garantiamo – afferma il direttore dell’Ara, Oliviero Della Picca – la qualità e la salubrità delle produzioni e l’Associazione Allevatori del Fvg, di concerto con le associazioni di categoria, si è fortemente impegnata su questo fronte. Ma sarebbe un gravissimo errore che l’applicazione rigida di regolamenti europei, studiati per le grandi industrie alimentari multinazionali nelle quali non c’è traccia di tradizione e di culture agroalimentari secolari come le nostre, si traducesse nell’i mpossibilità di lavorare per le nostre realtà».

«Tanto più – ha aggiunto il presidente dell’Ara, Luca Vadori – che la stessa Unione europea prevede delle misure di semplificazione per le piccole imprese alimentari di trasformazione delle carni e del latte in grado di fornire prodotti sicuri e di qualità elevata, in quanto forniscono un valore aggiunto all’agricoltura, soprattutto nei confronti delle strutture che si trovano a stretto contatto con i fabbricanti di prodotti primari. In questa ottica – aggiunge Vadori – i regolamenti comunitari autorizzano ed incoraggiano l’introduzione di disposizioni nazionali al fine di permettere l’impiego di metodi tradizionali nelle fasi di produzione, trasformazione o distribuzione degli alimenti». Da qui la decisione di scrivere la lettera agli assessori

2 Risposte a “UE: nuove norme del Pacchetto Igiene farebbero chiudere malghe e caseifici in Friuli”

  1. Salvaguardare la cosiddetta “filiera corta” nell’ambito delle produzioni tipiche locali: è l’obiettivo di un emendamento al disegno di legge comunitaria presentato dai presidenti della Quarta e della Quinta Commissione del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, Alessandro Colautti e Roberto Marin (Pdl).

    «Il nostro emendamento – spiegano in una nota i due presidenti – dispone di fatto una deroga (prevista dall’intesa tra Governo e Regioni del 2007), per gli stabilimenti di lavorazione dei prodotti tipici locali (quali ad esempio le malghe, i macelli di ridotta capacità produttiva ecc.), al regolamento europeo in materia di igiene per alimenti di origine animale che tanti problemi sta ponendo in questi giorni».

    In questo modo, la Regione entro 120 giorni dall’entrata in vigore della legge comunitaria deve adottare un regolamento autonomo. «In questo momento di crisi economica, l’ottenimento di questa deroga – osservano Colautti e Marin – significa il mantenimento del posto di lavoro di centinaia di persone». L’emendamento si inserisce nel disegno di legge comunitaria predisposto dalla Giunta regionale, che è stato approvato in Commissione che il Consiglio esaminerà a breve.

    L’intervento della Regione era stato auspicato pochi giorni fa dall’associazione Allevatori del Fvg: ««Sono oltre 160 le latterie turnarie, i caseifici aziendali, le malghe e la vendite di latte crudo in Fvg; molte di queste rischiano la chiusura se la Regione non assumerà provvedimenti per scongiurare l’applicazione rigida dei regolamenti del cosiddetto «Pacchetto Igiene».

  2. Aggiornamento 09/05/2009

    È polemica tra l’assessore leghista all’Agricoltura Claudio Violino e i consiglieri del Pdl Alessandro Colautti e Bruno Marin. «Apprendo con stupore che il consigliere Marin si improvvisa esperto di malghe e latterie. Lo ringrazio per gli insegnamenti che ha la bontà di impartirmi, in fondo ogni consiglio arricchisce il bagaglio di conoscenze di ognuno di noi», l’assessore Violino sceglie la via dell’ironia per replicare al consigliere del Pdl Roberto Marin, che sollecita la Regione ad «assumere provvedimenti per scongiurare l’applicazione rigida dei regolamenti del cosiddetto Pacchetto Igiene». Violino continua: «Capisco che Colautti, che ha la fortuna di beneficiare dei consigli tecnici di un noto agronomo di Martignacco 8il riferimento è al senatore Saro), si cimenti nel suggerire le strategie che la Regione deve seguire nel settore primario. La gestione dell’acqua e dello smaltimento dei rifiuti, siano questi di origine agricola o civile, sono pane quotidiano per Colautti. Diversa la posizione di Marin, che dimostra una preparazione inaspettata. Da lui mi aspetterei una lezione sulla redazione di varianti urbanistiche, sulle strategie per lanciare il proprio delfino alla guida di un Comune o, al limite, sulla caccia. Vedere tutto questo interesse attorno al settore primario mi inorgoglisce: sono riuscito a portare l’agricoltura al centro del dibattito politico, esattamente come mi ero prefisso di fare. Ringrazio i colleghi consiglieri del Pdl per aver recepito il mio appello – continua Violino -. Sin dal mio insediamento ho ribadito che mantenere sul territorio una maglia di aziende zootecniche, meglio se da latte, è strategico per questa regione dal punto di vista economico, sociale e culturale. Grazie per il sostegno», conclude l’assessore.

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