Il Codice etico fa il suo ingresso all’università. Per la prima volta l’ateneo friulano si è dotato di questo strumento volto a rafforzare la cultura della responsabilità in tutta la comunità accademica, evitare ogni forma di discriminazione, di abuso e di molestie, impedire nepotismi e favoritismi, nonché a regolare eventuali casi di conflitto di interessi o di proprietà intellettuale. Il testo, un preambolo e 15 articoli, è stato predisposto da una Commissione ad hoc presieduta dal prorettore Leonardo Sechi, ed emanato dal Cda e dal Senato accademico. Il Codice recepisce il dettato della riforma che prevede l’adozione entro il 28 luglio. «Il Codice – sottolinea il rettore Cristiana Compagno – concorre all’individuazione dei valori fondamentali al cui conseguimento partecipa la comunità universitaria attraverso il riconoscimento e il rispetto dei diritti individuali». Definisce le regole di condotta da applicare nell’ambito della comunità stessa, integrando quelle stabilite dall’ordinamento della Repubblica e dagli altri ordinamenti nazionali e internazionali. La scelta di dotarsi di un Codice Etico è la risposta all’esigenza di prevedere norme di comportamento in settori sui quali non intervengono le normative nazionali. «Il Codice – spiega Sechi – è il presupposto per ogni attività accademica, e rappresenta un’assunzione d’impegno del personale e degli studenti, nei confronti dell’istituzione universitaria». La Commissione che ha redatto il Codice è composta, oltre che da Sechi, da Angelo Vianello, Gabriele De Anna, Dimitri Girotto, Francesco Nazzi, Andrea Lucatello e Lara Martinelli, e da don Pierluigi Di Piazza.
Una risposta a “UniUd: per la prima volta un regolamento anti-nepotismi in Ateneo”
speriamo che serva a qualcosa…da studentessa della facoltà di medicina ho notato una probabile storia assurda di nepotismo, all'interno dell'ospedale. Non faccio nomi nè cognomi, ma chi sa ha capito. E ne ha scritto anche Lei.
Senza parole.
speriamo che serva a qualcosa…da studentessa della facoltà di medicina ho notato una probabile storia assurda di nepotismo, all'interno dell'ospedale. Non faccio nomi nè cognomi, ma chi sa ha capito. E ne ha scritto anche Lei.
Senza parole.