Zoncolan: le foto-video della valanga che ha travolto gli impianti della seggiovia Tamai (clic sul titolo)

di Gino Grillo

La slavina che ha sotterrato l’altro giorno la sciovia Tamai e l’edificio annesso non dovrebbe aver causato danni irreparabili all’impianto, che però rimane tuttora chiuso. Una chiusura effettuata preventivamente da Promotur per motivi precauzionali che si sono dimostrati esatti e che viene mantenuta per la sicurezza degli sciatori. L’intenzione, comunque, è quella di riaprire la seggiovia (con la relativa pista) in breve tempo. Di fatto, la neve ha danneggiato i vetri della casetta di partenza e il “cappotto” in legno della stessa, che però ha la struttura in cemento. Una parte del tetto è rimasta danneggiata, ma non si sono verificati problemi all’impianto elettrico e ai computer che lo comandano. Appena il meteo darà un po’ di tregua, gli addetti della Promotur lavoreranno con “gatti”, frese e pale per sistemare il tutto e riaprire la pista più alta del demanio carnico, dalla cima della quale si può anche vedere il mare nelle giornate più limpide. A quota 2 mila metri sullo Zoncolan risultano caduti 4,5 metri di neve, ma gli accumuli, causa slavine, vento e neve preesistente, portano il manto nevoso ad altezze maggiori. Basti pensare che il piano pista della Pista 3 si trova a un quota superiore di quella dei pali delle reti di sicurezza a “C” che sono alti 6 metri. Il personale Promotur conta di terminare per questa sera lo sgombero della slavina sul Tamai. Per precauzione anche nel polo di Forni di Sopra, sul Varmòst, è chiuso il terzo tratto del Crusicalas per pericolo valanghe. Dopo 4 giorni anche a Val di Lauco, dove ci sono alcune aziende agricole e vivono alcune famiglie, è stata ripristinata l’erogazione della corrente elettrica. Valentino Zanier, che cura 20 mucche, brontola: «Va bene pulire le strade del comune, ma anche noi paghiamo le tasse. Avrebbero potuto venirci incontro prima». Anche le strade sono precarie: alberi caduti bloccano spesso il transito e hanno rotto i pali del telefono: fili a terra, ma per fortuna i cavi hanno resistito e i telefoni funzionavano. «L’unico ragazzo della zona non ha potuto andare a scuola in quei giorni di nevicata». I montanari sono avvezzi alle bizze del tempo, e si attrezzano in autunno per l’inverno. Non senza qualche problema ugualmente. A Trischians, una località dell’altopiano, vive Oliva Adami, 80 anni il prossimo mese di marzo, che è rimasta isolata completamente per 4 giorni. «Senza luce, ma per fortuna c’era il telefono a tenermi compagnia». Ha resistito grazie allo spolert, la cucina economica a legna, che riscaldava la cucina, dove ha dormito quelle quattro notti per mantenersi calda e non cadere dalle scale causa il buio. «Avevo una pila e molte batterie. Per mangiare non avevo problemi, anche se tutto quanto avevo conservato nel freezer è da buttare». Tutte vivande coltivate da lei in estate. I disagi hanno riguardato anche la rete wi-fi. Denunciata la mancanza del segnale nei territori di Zuglio, Arta Terme, Sutrio e nelle frazioni tolmezzine di Imponzo e Cadunea. Disagi sopportati dalla gente, che saranno posti in agenda all’Agemont domani pomeriggio durante un incontro fra i sindaci della Carnia e gli assessore regionale Sara Vito e Paolo Panontin richiesto da Lino Not, commissario della Comunità montana della Carnia. «Semplice l’ordine del giorno: dovremo capire cosa è successo e perché e trovare le soluzioni definitive».