Carnia: un volume dedicato alla figura di Giovanni Battista Lupieri, medico illuminato


di Valentina Coluccia

Forse pochi sanno che alcuni personaggi storici, figure di spicco per capacità intellettive e per introspezione filosofica – dei veri e propri letterati che hanno fatto della loro vita un percorso di ricerca e di affinamento mentale – sono vissuti in paesi piccolissimi del nostro amato Friuli. È il caso di Giovanni Battista Lupieri che animò la vita scientifica del suo paese natale, Luint in Carnia. «Esistevano notevoli difficoltà logistiche per spostarsi dalla montagna verso la pianura – ha spiegato Gianpaolo Carbonetto nell’occasione della presentazione di un volume dedicato alla figura di Giovanni Battista Lupieri (Forum editrice), curato da Bianca Agarinis Magrini  presentato ieri nel tardo pomeriggio al salone del Museo etnografico del Friuli, in Via Grazzano, nel corso di un incontro a cui hanno partecipato anche il rettore Cristiana Compagno, il docente di storia moderna Andrea Zannini, e, appunto, la curatrice Bianca Agarinis Magrini.<br />
«Lupieri fu un bravo medico – ha spiegato Carbonetto – tanto che fu il primo a praticare la vaccinazione in Carnia dimostrando un’apertura mentale davvero notevole e manifestando al tempo stesso una profonda umanità. Lo attesta la sua biografia: nelle sue pagine affiora il dolore di un uomo che, persino da medico, e dunque consapevole dello scorrere dei processi fisiologici inevitabili che caratterizzano l’esistenza, sente di non poter fermare l’evolversi naturale del tempo e della vita, di cui è esempio il profondo dolore per la perdita del padre e la morte prematura del figlio.

 

«Questa autobiografia va considerata nel contesto globale degli scritti di Lupieri – ha spiegato anche Andrea Zannini –, perché Lupieri scrive ogni giorno della sua vita e nei suoi scritti emerge il rapporto della sua persona con la storia. In lui sono forti tutte le contraddizioni che appartengono alla formazione del Regno d’Italia, in bilico fra volontà di appartenere tutti a un sentimento patrio e desiderio di quiete sentito come bisogno intimo di pace in contrasto con i conflitti di quei tempi difficili. Emerge a esempio il suo disappunto nei confronti dei tirolesi che vengono visti nel loro impeto di lotta verso la libertà e la democrazia come dei fanatici pieni di un ardore eccessivo. Egli è, insomma, un uomo per molti versi eccezionalmente aperto verso le novità scientifiche, ma anche antico perché crede in un futuro senza troppe scosse, si potrebbe definire un liberal moderato, un borghese di montagna che pratica la medietas e cioè una vita condotta senza eccessi, ma non certo la mediocritas e cioè un’esistenza banale o frustrata: un esempio da seguire in ogni epoca storica».