Friuli: contro gli incendi “fasce di protezione” attorno ai paesi e agire sulle proprietà private

di Lucia Aviani.

Il dramma che sta colpendo l’Alto Friuli metta in guardia tutti i Comuni di montagna e stimoli la Regione a una programmazione di prospettiva, nel segno della prevenzione: «È toccato alla zona di Chiusaforte, ma sarebbe potuto accadere anche nelle Valli del Natisone… L’incuria dei sottoboschi è “miccia” eccellente per gli incendi». Il sindaco di Drenchia, Mario Zufferli (nella foto), lancia un monito alle amministrazioni comunali dei centri montani, appunto, e all’esecutivo regionale. È necessario, dice, creare le condizioni perché ciascuna municipalità ubicata in aree boschive abbia facoltà di intervenire, autonomamente, per la cura del territorio, procedendo a una pulizia dei fondi tale da rendere più difficoltoso l’attecchimento di eventuali focolai. «Grazie a un progetto regionale – sottolinea – il nostro Comune, come tanti altri, ha potuto avvalersi dell’opera di due persone disoccupate, che si stanno facendo carico della manutenzione dei cigli delle strade e degli slarghi. Sarebbe importante rendere tale situazione la prassi, assegnando borse lavoro a gente priva di impiego, appunto, ma anche ricorrendo a volontari. Ritengo requisito fondamentale, per la sicurezza, ricavare una “fascia di protezione” di almeno cento metri attorno ad ogni abitato: per perseguire tale obiettivo, del resto, bisognerebbe che la Regione autorizzasse i Comuni, con apposita azione legislativa, ad agire sulle proprietà private. Si potrebbero così contenere – chiude – pure i rischi, forti, di dissesto idrogeologico».