Friuli: il modello di ricostruire “com’era prima”

Di Andrea Valcic

Un senso di orgoglio ci ha coinvolti in queste settimane, ogni qualvolta, a sprone e speranza per le genti d’Abruzzo, è stato citato il Friuli come esempio di una rapida ed efficiente ricostruzione.
      Sarebbe stato meglio lasciare da parte per un momento questo pur legittimo e doveroso riconoscimento, per far piazza pulita di alcuni luoghi comuni che non aiutano certo ad usufruire della esperienza friulana, in prospettiva di quella abruzzese.
      Un discorso che riguarda in primo luogo i tempi: il passaggio dalle tendopoli, ai prefabbricati ed infine alle case ricostruite fu breve relativamente a tempi comunque necessari ad un’opera di così vaste proporzioni e a quelli biblici, quasi incompiuti, che il Belice aveva dimostrato e che si sarebbero ripetuti in Irpinia.<br />
      Ma c’era un collante, un punto di non ritorno nella testa dei friulani: “ricostruire il Friuli com’era prima”.
      Sorridevano gli urbanisti, i tecnici, e anche i politici quando, con grandi mappe sotto il braccio si recavano alle riunioni per decidere come e dove ricostruire. Abbandonare i paesi sottocosta, concentrare tutto a fondovalle, nuove città razionali, un po’ sovietiche forse, ma all’insegna della modernità.
      Questo era il piano deciso, questo il piano che non fu mai realizzato per l’opposizione della gente delle tendopoli.
      Le ruspe che avrebbero dovuto spianare ogni cosa, furono usate solo per lo stretto necessario. Anche le pietre vennero catalogate, e le mura di Venzone sono lì a testimoniarlo. Perché ricordare tutto questo? Ci sembra che questa mobilitazione, il controllo popolare, la democrazia diretta esercitata in quegli anni manchi ai commenti di quanti oggi parlano e scrivono di esempio, di modello Friuli.
      Servirebbe invece che questa conoscenza diventasse patrimonio abruzzese, per quei terremotati sui quali già si addensano ricostruzioni alle periferie, in edifici antisismici certamente, ma senza più storia e quindi con poco futuro. New Towns appunto, senza anima.