Friuli: a novembre si terranno le aste per i negozi CoopCa

di Lodovica Bulian.
Di tempo se ne è perso anche troppo, è l’opinione che circola tra i liquidatori. Perché tutto, in questa storia del crac di CoopCa, compresi i tentativi di salvataggio, sono iniziati tremendamente in ritardo. A partire da quel buco, scoperchiato quando il patrimonio della società era già in fumo e recuperarlo era ormai impossibile. Ora, in attesa che il 29 ottobre il piano di concordato incassi l’omologa da parte del giudice delegato, Lorenzo Massarelli, è il momento di accelerare, per non acuire il passivo e per blindare il realizzo concordatario da una mole di costi di gestione che si fa ogni giorno più pesante. Ecco perché le aste dei negozi partiranno al più presto, fanno sapere dagli uffici di Amaro, i bandi saranno predisposti entro fine mese e le vendite al miglior offerente inizieranno i primi di novembre. La cooperativa è dunque al giro di boa del suo ultimo capitolo di storia, che la porterà, entro il 31 dicembre 2015, a cessare definitivamente l’attività sotto il marchio cooperativa carnica. Il centenario simbolo della mutualità ne uscirà spacchettato, attraverso una scialuppa di salvataggio di cessioni su cui, però, non si sa se riusciranno a salire tutti i negozi. Le ulteriori offerte che si sperava arrivassero non sono state formalizzate, ora la speranza è di “piazzare” anche i supermercati orfani di acquirenti senza dover concedere troppo alla spirale del ribasso dei prezzi. Toccherà poi al liquidatore giudiziale Paola Cella, che sarà nominata il 29 in sede di omologa, e che lavorerà insieme ai liquidatori Paolo Rizza, Giovanni Sgura e Roberto Pittoni, e al commissario giudiziale Fabiola Beltramini, gestire le attività liquidatorie. Le trattative proseguono fino all’ultimo, ma dal ristretto cerchio di una quindicina di negozi per cui sono state messe nero su bianco le manifestazioni di interesse di Coop Nordest, Despar, Conad, Ali e Discount, restano fuori tutti gli altri, per cui si pubblicheranno gli avvisi di vendita. Sul tavolo rimane ferma anche l’ipotesi che più di qualche punto vendita decida di buttarsi nell’avventura dell’autoimprenditorialità: il sindaco di Tarvisio, Renato Carlantoni, ha chiamato a raccolta i sindaci dei territori che rischiano di perdere un punto di riferimento occupazionale, oltre che economico e sociale, con un vertice convocato sabato nella sede CoopCa di Amaro, per avviare un tavolo – con primi cittadini, rappresentanze sindacali, Regione e liquidatori – a sostegno dei dipendenti che coraggiosamente decideranno di trasformarsi in capitani d’azienda, ma anche per «sensibilizzare le attività produttive tutte ad essere presenti nel momento cruciale delle aste che decideranno il futuro dei 600 dipendenti. L’obiettivo è mettere insieme le forze per salvaguardare 400 posti di lavoro». L’autoimprenditorialità «è una strada da seguire che fa onore ai dipendenti ma bisogna dare delle garanzie e delle forme di agevolazione per eventuali start-up per delle persone che inizierebbero a metà vita lavorativa un attività nuova, rinunciando in quel caso, agli ammortizzatori sociali».