FRiuli: rinnovate le cariche per il 2010 degli enologi della Aei

di CLAUDIO FABBRO

Benedetto dall’“Enologo primo” del Friuli Vg, Piero Pittaro, l’enologo Rodolfo Rizzi è stato confermato nei giorni scorsi alla guida della sezione regionale Aei per il triennio 2010-2012. Dopo ben 36 anni di crescita esponenziale di qualità e immagine, cui gli enologi regionali hanno contribuito significativamente, è in sostanza riconfermata la ricetta vincente del rinnovamento intimamente collegato con la tradizione e con l’esperienza della “vecchia guardia” , che ben volentieri tiene a balia le new entry. La sezione Friuli Venezia Giulia dell’Associazione enologi – enotecnici italiani fu fondata nel 1974, in concomitanza con il Congresso nazionale organizzato proprio a Udine. Circa una dozzina i soci fondatori che designarono Piero Pittaro alla presidenza e Giuseppe Ceschin delegato al Consiglio nazionale. Furono anni pionieristici, di gavetta e di “sdoganamento” in cui si gettarono le basi per contribuire concretamente alla crescita professionale degli, allora pochi, iscritti e cercando, nel contempo, di svolgere un ruolo attivo nella politica vitivinicola regionale allora agli albori. Il primo concreto risultato fu quello di proporre l’enotecnico Orfeo Salvador alla presidenza del Centro regionale vitivinicolo (l’emanazione diretta dell’assessorato all’agricoltura). Mentre a livello locale si tesseva con pazienza una rete di contatti atti a far crescere gli iscritti, allora tutti diplomati alla scuola enologica di Conegliano, non mancò chi cercò di contribuire allo sviluppo del settore apportando idee allora molto innovative. Doveroso ricordare l’attivazione delle condotte enologiche da parte di Gaspare Buscemi. Dopo 6 anni il rinnovo delle cariche sancì il passaggio della presidenza da Pittaro (delegato al Consiglio nazionale) a Buscemi. Il mandato successivo (dal 1983) la presidenza tornò a Pittaro che si vide anche riconfermare la delega di consigliere nazionale. Furono anni di notevole crescita associativa anche perché l’Istituto tecnico agrario di Cividale aveva nel frattempo iniziato il triennio di specializzazione in viticoltura ed enologia formando i nuovi enotecnici. Lo stimolo dato dai giovani si tradusse in un’accelerazione notevole degli interessi legati al mondo dell’allora Aei; si moltiplicarono i momenti di aggiornamento tecnico non solo con relatori di fama mondiale ma anche con viaggi all’estero mentre notevole interesse riscuotevano le degustazioni. Il mondo vitivinicolo regionale prese atto del ruolo e dell’importanza della nostra categoria e accolse con entusiasmo gli enotecnici che, nel 1985, parteciparono in Regione al congresso nazionale. Pittaro fu eletto presidente del Centro regionale vitivinicolo della Regione Friuli Venezia Giulia e divenne vicepresidente nazionale dell’Associazione. Nel 1987 Pittaro fu eletto presidente nazionale; gli subentrò – fino al 1999 – Alvano Moreale. La delega di consigliere nazionale fu riconfermata a Pittaro al quale dal 1993 si affiancò, per un diritto acquisito avendo la sezione raggiunto i 200 soci, Alvano Moreale. Il titolo di enologo sancito con legge della Stato nel 1991 vide la sezione Friuli Venezia Giulia particolarmente gratificata in quanto un così importante traguardo era stato raggiunto sotto la presidenza di un proprio associato. Le stesse istituzioni regionali si resero conto dell’importanza e del ruolo di Assoenologi tanto da prevederne l’inserimento nel consiglio di amministrazione dell’Ersa (Alvano Moreale e in seguito Gianni Bignucolo, Stefano Trinco e Adriano Teston). Nel 1996 Pittaro per un triennio diventa presidente dell’Union Internationale des Oenologues, carica prestigiosa che di riflesso porta lustro al Friuli Vg intero. Nel 1999 Stefano Trinco sostituisce Alvano Moreale alla presidenza del Comitato di sezione; nel 2004, ha visto una sostanziale riconferma del precedente a conferma del buon lavoro svolto. Trinco poi ha passato il testimone della presidenza ad Adriano Teston e questi, nel 2007, a Rodolfo Rizzi. Attualmente i 280 iscritti sono ripartiti in ruoli che spaziano da titolare d’azienda, dirigente, quadri e tecnici. Il rapporto tra produzione vino e tecnici operanti in cantina è di circa 4.000 ettolitri, un dato di tutto rispetto.