Friuli: tornado a Grado; un rapporto dettagliato.

Il terremoto  lo abbiamo sempre avuto in Friuli e ogni generazione di Friulani ha avuto il suo; le alluvioni accadono frequentemente ed è una notizia se in un anno qui da noi non ce ne sono state. E adesso … ci mancava anche il tornado. Quello che ha colpito ieri sera la Bassa Friulana e’ stato un tornado: e  lo ha detto il capo del Dipartimento della Protezione civile. Per Guido Betolaso si tratta di un evento straordinario per noi, ma con il quale, purtroppo, dovremo abituarci a convivere a causa soprattutto dei cambiamenti climatici in atto. Il fenomeno, spiega, che sprigiona venti e distruttivita’ intensi e si localizza in spazi ristretti e’ causato dallo scontro tra masse di aria calda e umida e aria fredda in quota. Secondo alcuni post sul forum del meteo .it  è un evento molto anomalo e raro, perchè di solito il vento arriva NE (bora) mentre questa volta e arrivato da W con raffiche potentissime, e come se un cuscino d’aria si fosse infilato nel temporale amplificando la potenza, questa accelerazione a creato una forza devastante.

Questa l’esperienza di Giobatta, lui c’era!

Ero in barca (a vela) ad Aprilia marittima (Lignano), fortunatamente in darsena.

Appena ha iniziato a salire il vento ho rinforzato gli ormeggi: avevamo la prua a NW, il canale aperto davanti a noi.

Ho appena fatto in tempo a triplicare sulla briccola di sx che è arrivata la prima raffica di punto in bianco: l’anenometro ha passato i 50 nodi in un attimo, la barca ha iniziato ad inclinarsi a 40 gradi, ha iniziato ad appoggiarsi alla briccola di destra, il vento si è infilato in una piega del genoa ed ha iniziato, lentamente ma inesorabilmente come solo lui sa fare, a sfilare la vela; noi assistevamo impotenti al terrificante spettacolo, la barca si inclinava ancora, iniziava ad esserci acqua dentro, ho detto a tutti di uscire, correre sul molo e chiudersi al risorante della darsena. Alla fine, grazie al cielo, è andata bene. Qualche danno alle vele ed alle attrezzature, ma quelli si sistemano. Alla fine abbiamo preso più di 70 nodi (fine scala dell’anemometro).

Spero di non vedere più nulla di simile se non alla tv: non oso immaginare cosa abbia provato chi era in mezzo al mare. Da noi, verso le 19, 40 barche sono uscite.

Alle 19.50 avevo guardato il barometro: 1012hpa, avevo visto ilmeteo.it, meteomar e le carte sinottiche, che non davano indicazioni particolari (forza 3). Poi avevo sentito amici dalla Croazia dove davano in arrivo 50 nodi di bora.

Poi avevo guardato in cielo: vedevo lampi a W, poi a N, poi a E e poi a S: dovevo immaginarlo; le informazioni provenienti dalla Croazia unite alla situazione anomala locale visibile ad occhio nudo e la pressione potevano indurre a prevedere (certamente non nelle proporzioni) quanto si stava preparando per la sera.

E questo invece è un resoconto a mente fredda dell’evento e dei soccorsi:

Stato di calamità  naturale . E’ questa la richiesta avanzata dalla Regione Friuli Venezia Giulia per le conseguenze del tornado abbattutosi, in modo particolare,  su Grado ma anche sulla Bassa friulana e su Trieste. A Grado, celebre località turistica, gli effetti devastanti del nubifragio e della tromba d’aria hanno provocato due morti e un ferito. Le vittime sono due turisti norvegesi, Stale Nilds Hammer, di 44 anni, e suo figlio Dastrom di otto anni, travolti mentre si trovavano nel camping “Al bosco” da un grosso albero caduto a causa delle forti raffiche di vento. Il campeggio è stato sgomberato ed i 150 ospiti sono stati ospitati nel palasport della cittadina lagunare. L’uomo ferito, invece, è un italiano di 61 anni colpito da un ramo staccatosi da un albero. L’uomo, ricoverato nella notte all’ospedale di Grado, è stato poi trasportato a Udine. Non è in pericolo di vita. Intanto, la Protezione civile del Friuli Venezia Giulia ha allertato 150 volontari che da ieri sera sono all’opera non solo a Grado, ma anche a Palazzolo dello Stella, Marano e Lignano, parzialmente colpiti dal maltempo. I danni, secondo una prima e parziale stima, sarebbero molto ingenti. Il sindaco di Grado, Tiziana Olivotto, ha intanto sconsigliato i turisti diretti a Grado di raggiungere la località nelle prossime ore. ”In questo momento sto facendo un sopraluogo con l’elicottero della protezione civile – ha dichiarato all’Asca l’assessore regionale alla protezione civile, Vanni Lenna -, la situazione e’ davvero grave e fra poco decideremo col presidente della Regione, Renzo Tondo, di chiedere lo stato di calamità naturale”.

2 Risposte a “Friuli: tornado a Grado; un rapporto dettagliato.”

  1. Dal MV del 12 Agosto 2008

    L’iter per la concessione dello stato di calamità ai territori colpiti dal tornando è partito. Il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia ha chiesto ufficialmente, con una lettera al Consiglio dei ministri, la dichiarazione dello stato di calamità naturale per le località del Friuli Venezia Giulia colpite dal tornado nella notte tra venerdì e sabato scorsi.

    La notizia è stata confermata dall’assessore regionale alla Protezione civile, Vanni Lenna, che ha affermato che «entro oggi, forse domani, non ci saranno più in regione problemi di sicurezza. Ieri – ha riferito Lenna – si sono risolte tutte le situazioni di crisi che erano sorte».

    Il Governo dovrebbe esaminare la richiesta e concedere lo stato di calamitĂ  nella prima seduta, giĂ  convocata per il 29 agosto.

    «Abbiamo messo in sicurezza gran parte dei campeggi e delle alberature – ha aggiunto Lenna – e dalla riunione che avremo domani con i sindaci dei Comuni danneggiati, ci aspettiamo una definizione più precisa dell’ambito territoriale sconvolto dal maltempo e dell’entità dei danni».

    Il punto della situazione sarĂ  fatto questa mattina in un vertice, convocato nella sede della Protezione civile a Palmanova, tra la Regione e i sindaci dei Comuni piĂą colpito. Anche il presidente Renzo Tondo parteciperĂ  alla riunione con i sindaci dei Comuni danneggiati dal tornado dei giorni scorsi. Si tratta di mettere a punto i dossier con i punti di intervento e di quantificare i danni subiti. Una prima stima parla di oltre 10 milioni di euro, cinque dei quali solo nel comprensorio di Grado, che risulta il Comune piĂą colpito. Ma questa stima sembra destinata a salire. E una cifra esatta uscirĂ  dalla riunione di questa mattina a Palmanova.

    Alla vertice hanno confermato la loro presenza i sindaci di 14 Comuni che giĂ  erano intervenuti sabato a un primo incontro con il capo del Dipartimento nazionale della Protezione civile, Guido Bertolaso. Sono Latisana, Lignano, Ronchis, Precenicco, Palazzolo dello Stella, Muzzana del Turgnano, Marano, Carlino, Aquileia, Fiumicello, in provincia di Udine; Grado, Monfalcone, Staranzano, in provincia di Gorizia; e Duino-Aurisina, in provincia di Trieste.

    A questi si aggiungeranno questa mattina i primi cittadini di Trieste, Ragogna, Campolongo al Torre, San Canzian d’Isonzo e Torviscosa. L’incontro – ha spiegato l’assessore Lenna – sarà comunque aperto anche ad altri sindaci, che non sono riusciti a far pervenire entro oggi alla Regione segnalazioni ufficiali.

    Nel corso dei lavori, i sindaci presenteranno il resoconto dei danni subiti dai loro territori, in vista del riconoscimento dello stato di calamitĂ  naturale, chiesto oggi da Tondo al Consiglio dei Ministri. SarĂ  fatto anche il punto circa eventuali danni subiti dal comparto agricolo.

  2. Il tornado che ha aggredito con inarrestabile violenza l’isola di Grado, tragicamente funestata da morti umane nelle persone più care dei propri ospiti, lascia un segno indelebile nelle coscienze isolane. Domenica, nella chiesa patriarcale di Sant’Eufemia gremita da gradesi e ospiti agostani, sono state recitate con particolare commozione, officiate dal parroco, le preghiere per la famiglia scandinava distrutta dagli elementi scatenati, per le vittime senza colpa e per i superstiti chiamati a sopravvivere.

    Una catastrofe che viene presentata come unica e incredibile. Ma forse, a Grado nel secolo scorso ci fu un fenomeno di una violenza ancor maggiore. La memoria e la coscienza civica dicono che accadde nel 1939, anno in cui un giro di vento scatenato scoperchiò le coperture delle case lungo la spiaggia principale, compresi i tetti delle famose Ville Bianche, emblema del turismo gradese, costruite nel 1900 e fortunatamente ancora oggi esistenti nella stessa forma di allora.

    Fino ad alcuni anni fa una prova di quel ciclone anteguerra riviveva nel monumento naturale di un’antica tamerice dal grosso tronco inclinato di 45 gradi. Venne tagliata. Si trovava, per chi conosce Grado, all’angolo tra le vie Marconi e il viale Regina Elena, dove si trovava il grande ristorante-pizzeria “Florida” ora tramutato in appartamenti. Certamente gli ospiti di Grado soliti ad accedere alla spiaggia dall’ingresso di viale Regina Elena se la ricorderanno quella vecchia tamerice. E qui mi permetto di ricordarla io poiché credo fermamente che le tragedie, così come ogni cosa della vita e della storia, non devono andare disgiunte dalla memoria del passato.

    Augusto C. Marocco

    Grado

I commenti sono chiusi.