Friuli: una nuova strada dei vini, dopo Aquileia i Colli


di Rosalba Tello

Sta per nascere l’attesa Strada del vino dei Colli orientali, seconda in Friuli dopo la “pioniera” Aquileia. Dopo anni di incubazione la Provincia di Udine, a cui è passata la competenza con la legge regionale 24/2006, attende il via dall’Università che ha accolto gli aggiornamenti giunti da ciascun ente interessato.
La nuova Strada coinvolgerà 13 Comuni, quasi tutti aderenti all’associazione nazionale Città del vino, che su attuazione e futuro del percorso (un centinaio di chilometri in tutto) ha organizzato tramite Cdv-Fvg una tavola rotonda venerdì, alle 10.30, a San Floriano del Collio, nell’azienda agricola Baronesse Tacco. Traendo spunto dalla novità che interesserà Udine, l’incontro si estenderà anche alle altre Strade del vino che sorgeranno nelle altre province. Ad aprire i lavori, moderati dalla giornalista Cristina Burcheri, il sindaco ospitante Franca Padovan, il vicepresidente della Provincia di Gorizia Roberta Demartin e il coordinatore regionale delle Città del vino Tiziano Venturini, sindaco di Buttrio. Relatori dell’incontro sul tema “Enoturismo e sviluppo locale: nuove strategie per un sistema integrato di Strade del vino in Fvg” Valentino Bega, responsabile Strade dei vini e dei sapori dell’Emilia Romagna; Francesca Romano, docente della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa ed esperta in indagini sul turismo enogastronomico; Mauro Maroncini, presidente Federazione Strade dei vini e dei sapori della Toscana. Seguiranno le conclusioni di Gianpaolo Pioli, presidente nazionale delle Città del vino. A oggi sono 154 le Strade del vino ufficiali censite in Italia e il Friuli è andato a scoprirne una in Toscana grazie a un Educational tour di formazione professionale organizzato da Città del Vino Fvg. Il coordinamento regionale ha organizzato uno stage in una delle realtà di maggior successo come la Strada del “Vino Nobile di Montepulciano”. Così, una delegazione di 24 persone composta da sindaci, assessori comunali, funzionari provinciali, associazioni di categoria e viticoltori, ha toccato con mano per due giorni come funziona il sistema integrato di offerta turistica, in cui la Strada diventa “rete” e il vino “ambasciatore” del territorio. Se è vero che il 70% delle vendite non dipende direttamente dal prodotto vino, ma di tutto ciò che vi ruota intorno, si comprende anche perché Montepulciano abbia visto incrementare notevolmente le vendite a partire dal ’98, anno in cui è nata la Strada (120 i soci). «È di fondamentale importanza – commenta l’assessore provinciale all’agricoltura di Udine Daniele Macorig – una sinergia tra pubblico e privato. Provincia, Comuni e categorie devono appoggiare e sostenere i privati che intendono entrare a far parte di questo progetto. Questi ultimi devono però essere pienamente convinti delle potenzialità che offre». E sembrerebbero straordinarie, visto che circa 20 milioni di italiani dicono di essersi appassionati almeno una volta al turismo enogastronomico.<br />
Ma il Friuli Venezia Giulia sarà pronto? «Siamo convinti che dobbiamo partire da dove altri sono già arrivati – annuncia Tiziano Venturini –, prendendo ad esempio le esperienze, come quella toscana, di realtà che funzionano, e coinvolgendo gli attori delle Strade del vino che si andranno a realizzare sul territorio regionale per fare massa critica: agriturismi, cantine, enti pubblici, consorzi di tutela, strutture ricettive. Bisogna concepire il visitatore non come un cliente, bensì come un ospite; è necessario quindi incrementare l’accoglienza e la qualità del servizio offerto, proponendo pacchetti turistici ad hoc. Alle spalle abbiamo l’esperienza dell’associazione delle Città del vino, che si è resa disponibile e che vogliamo utilizzare per fare formazione e consulenza alle Strade del vino».