Gemona: cerimonie per il 35° anniversario, invito Napolitano per ricordare il terremoto


di Maura Delle Case

Gemona bussa alla porta del Quirinale in vista dell'ormai prossimo anniversario del sisma. Il sindaco Paolo Urbani ha inviato una missiva al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per invitarlo alle cerimonie che si svolgeranno nella città pedemontana a maggio. «Pur nella consapevolezza dei suoi molteplici impegni in un momento così complesso e delicato per la nostra Italia – scrive Urbani -, la Sua presenza coronerebbe un sogno che accomuna la popolazione friulana e tutti i suoi rappresentanti istituzionali. Sarebbe un'occasione per rinnovare, formalmente, la nostra gratitudine allo Stato italiano».  Dopo la visita del presidente del Senato, Renato Schifani, che all'indomani del sisma in Abruzzo aveva voluto visitare il centro di Gemona quale modello di felice e riuscita ricostruzione, ora l'amministrazione comunale punta a portare in città il Presidente della Repubblica. Le cerimonie organizzate a Gemona per commemorare il 35° anniversario del terremoto prenderanno il via il 30 aprile, anche se il ricordo si può dire abbia preso le mosse, almeno per il sindaco Paolo Urbani, già ieri, da Fossa, dove il primo cittadino si è recato in segno di vicinanza alla piccola comunità "adottata" dal Friuli che ieri commemorava le sue vittime a due anni dal disastro. Culmine del ricordo, da noi, saranno invece il 5 e il 6 maggio, quando con diverse iniziative si ricorderanno l'emergenza e la ricostruzione e con una santa messa sarà onorata la memoria delle 400 vittime gemonesi. Sul primo banco del Duomo splendidamente ricostruito, al fianco del sindaco fasciato nel tricolore, l'amministrazione comunale vorrebbe veder seduto il Presidente. E vorrebbe, in quell'occasione, dire l'ennesimo grazie allo Stato nella persona del suo più alto rappresentante per il ruolo decisivo giocato in quegli anni. «La presenza dello Stato – scrive Urbani a Napolitano -, rappresentato dal commissario straordinario Giuseppe Zamberletti, è stata per noi la garanzia, insieme all'ampia solidarietà registrata, per portare a compimento il difficile processo di ricostruzione, salvaguardando l'unità delle nostre popolazioni, il ricco patrimonio storico, artistico e architettonico, l'economia di una vasta provincia e garantendo anche il prezioso ammodernamento delle reti tecnologiche e infrastrutturali». «Noi – continua il sindaco di Gemona -, ancor oggi, a 35 anni di distanza dalla terribile notte del 6 maggio 1976, siamo grati allo Stato che ci ha sostenuti e vogliamo ribadirlo proprio a Lei, signor Presidente, che dello Stato è il massimo e più autorevole esponente».