Udinese: e adesso Pozzo si compra pure l’Espanyol


Possibile che uno dopo oltre vent’anni – tolti quelli in pantaloncini corti e della gioventù – passi dal bianconero al biancoblù nel giro di un’estate? «Macchè, scriva pure che l’Udinese resterà il nostro primo amore, la punta diamante della famiglia». Sollievo: Giampaolo Pozzo non è diventato un tifoso dell’Espanyol , anche se il secondo club di Barcellona è un suo obiettivo, un modo per allargare ancora di più gli orizzonti del business calcistico, un business che ruoterà anche in futuro attorno a un perno insostituibile: l’Udinese. «E’ la verità, anche perchè questa operazione è davvero difficile: si tratta di rilevare un club in Spagna dove le società sono retta da tutta un’altra filosofia rispetto all’Italia. Là i club sono pubblici, nel senso che c’è un’azionariato diffuso e a noi interesserebbe l’Espanyol soltanto nel caso avessimo il controllo completo a livello societario».<br />
Lo scopo è semplice: «Abbiamo fin troppi giocatori per la sola Udinese, ci servirebbe un’altra squadra di alto livello per far maturare i tanti talenti sui quali abbiamo messo le mani. E per questo dobbiamo rivolgerci all’estero, visto che in Italia l’operazione è vietata dai regolamenti. L’Espanyol sarebbe una realtà perfetta». Perchè è un club di una grande città, perchè milita in un campionato prestigioso, perchè Barcellona è la seconda casa della famiglia Pozzo. «Proprio così: dell’Espanyol potrebbe occuparsene mio figlio Gino. Lui là ha moglie, figli, amici. Sarebbe l’ideale». Gino a Barcellona e Giampaolo a Udine: «No, no. Non fa mica il fresatore, mio figlio: io uso termini meccanici perchè vengo da quella realtà e perchè so che quel mestiere è stanziale. Lo fai in uno stabilimento e basta. Vorrei che si occupasse anche dell’Udinese per far ruotare i giocatori che abbiamo nel nostro portafoglio. Vi faccio un esempio: vi pare che rischiamo di perdere un talento come Montiel soltanto perchè qui a Udine non c’era posto e l’abbiamo dovuto dare via? Adesso che la Reggina è in B forse giocherà di più, speriamo almeno: questo a 18 anni ha giocato un Mondiale».
E’ retto dalla “rotazione” il bilancio dell’Udinese, ad continuo lancio di giocatori di modo che poi ci possano essere degli acquirenti in grado di finanziare così il futuro del bianconero friulano. Per questo potrebbe essere arrivato il momento di cedere Di Natale, al Parma, si dice: «Sì, ma non ci siamo ancora. Noi siamo a disposizione soltanto per un’offerta importante, come è il giocatore Di Natale, altrimenti resta con noi, con nostra grande soddisfazione». Un’avvertenza da girare in Emilia e a casa Ghirardi: servono almeno 10 milioni. Altrimenti Totò sarà ancora bianconero e il suo sostituto, Fabian Orellana, si farà le ossa altrove: adesso, dopo l’Argentinos Juniors, si sono fatti avanti anche i messicani del Cruz Azul, con un milione di dollari per il solo prestito. Di Natale e Sanchez: «Già, è arrivato il momento della sua esplosione. Ha talento, ci faccia vedere di cosa è capace». Poi al momento giusta spiccherà il volo anche lui.
Perchè l’Udinese vende. Ma vuole fare il prezzo, la trattativa con la Juve per D’Agostino è un esempio lampante: «Quelli mi hanno preso per un piazzista, perciò me lo tengo. Pensavano di forzare la situazione sfruttando la volontà del giocatore e mi dispiace soprattutto per questo, perchè hanno usato e illuso il ragazzo. Ma adesso basta: comincia il ritiro e anche lui ricomincerà a pensare all’Udinese. Sarà difficile ma può essere una sfida per fare vedere quanto vale a chi non l’ha veramente voluto».