Val Canale: il maltempo e le frane del 03-09-09


Per la Val Canale (ma anche per la Carnia e il Friuli) il periodo di fine Agosto inizio Settembre è un momento in cui tornano incertezza e paura. A 6 anni dalla devastante alluvione in Val canale ci risiamo nuovamente

ANTONIO SIMEOLI dal MV

Frazioni isolate, allagamenti ovunque, smottamenti che hanno messo in ginocchio la viabilità. Da Resiutta in su ieri pomeriggio Valcanale e Canal del Ferro sono state investite da un’ondata di maltempo (annunciata) che ha lasciato profonde ferite sul territorio. Solo oggi, quando il sole dovrebbe farsi largo tra le nuvole, il quadro dei danni sarà più completo. Il bilancio provvisorio però fa già rabbrividire. Tre i comuni più colpiti: Chiusaforte, Dogna e Malborghetto-Valbruna, anche se danni ingenti sono stati registrati pure a Moggio, Resiutta e Tarvisio. Fortunatamente solo lambita dal maltempo Pontebba, altro epicentro dell’alluvione del 2003. Già, l’alluvione del 2003. Tutti quassù ieri pomeriggio hanno pensato al disastro del 29 agosto 2003 quando la pioggia intensificatasi a metà pomeriggio ha cominciato a far ingrossare pericolosamente gli affluenti del Fella. E lo stesso fiume subito ha superato i livelli di guardia. L’acqua scendeva impetuosa verso il Tagliamento e inevitabili sono arrivati i primi smottamenti. Il primo, dopo Resiutta, ha investito la statale Pontebbana, che è stata subito chiusa. Il materiale è poi sceso anche su parte della sottostante carreggiata nord dell’autostrada A23 che, non è però stata chiusa. Ma per la Pontebbana era solo l’inizio dei problemi. Più a nord un altro smottamento ha investito la strada dopo Chiusaforte a Cadramazzo. Per un’ora così il capoluogo è rimasto isolato. Più in sù, sempre sulla statale, decine e decine di allagamenti fino a tre frane, tutte in meno di un chilometro, dopo Ugovizza. Pontebbana chiusa dunque, (solo oggi sarà riaperta) e paesi che vi si affacciano intenti a combattere con l’acqua che allagava e isolava. Oltre cento i volontari della protezione civile al lavoro insieme a Vigili del fuoco, Guardia forestale, carabinieri. Frane e allagamenti hanno isolato in Comune di Chiusaforte la frazione di Roveredo sulla strada per Sella Nevea. E poi Dogna. La strada che sale per 18 km nell’omonima valle, collegando diverse piccoli gruppi di case e stavoli, è stata martoriata dalla furia del maltempo, tanto che il sindaco Renato Taurian ha fatto portare a valle i due anziani che abitano la frazione di Roncheschin. «Il rio Dogna era un muro d’acqua, solo i lavori post alluvione 2003 hanno evitato il peggio», ha detto il primo cittadino. Ma a Dogna le immagini viste sono le stesse del 2003: 5 idrovore al lavoro, decine di case allagate, ovunque smottamenti. Verso Tarvisio, risparmiata Pontebba, il maltempo ha colpito a Valbruna, sempre sulla sinistra del Fella. Mezzo paese è stato allagato perché i ruscelli che scendono dalla Val Saisera si sono rapidamente ingrossati uscendo dagli argini. «La situazione è pesante – ha detto il sindaco Alessandro Oman, altro “reduce” del 2003 – anche se i lavori di messa in sicurezza hanno evitato altri guai a Ugovizza e Malborghetto». Anche Tarvisio i danni sono stati ingenti. A Tarvisio Basso il rio Bartolo è esondato e la statale 54 è rimasta chiusa pr un paio d’ore. Smottamenti anche in via Diaz, ancora sulla statale 13, poi in via Alpi Giulie, in via Lussari. Ma, scendendo a sud, la pioggia battente ha creato problemi anche a Moggio dove gli allagamenti e gli smottamenti non si contano. Solo il pronto intervento della protezione civile ha evitato l’isolamento prolungato della Val Aupa. Allagamenti anche in centro (municipio compreso) e pure al convento delle Clarisse. Insomma, l’ondata di maltempo ha colpito duro, pochi giorni dopo il sesto anniversario dell’alluvione del 2003. E ieri sera la gente di quassù continuava a scrutare il cielo: la Protezione civile ha annunciato altra pioggia dopo mezzanotte, anche se per oggi il tempo dovrebbe rimettersi al bello. Il Fella però fa ancora paura e, con la luce, stamattina emergeranno altre ferite. Quanto ai danni si parla già di milioni di euro.

Il maltempo che ha investito ieri la Val Canale ha interessato solo marginalmente la Carnia. I danni maggiori si contano ad Amaro: esondazione di un rio, strade chiuse e allagamenti in case, cantine, fabbriche ed edifici pubblici. Interessate anche alcune zone di Cavazzo Carnico e di Tolmezzo nella zona industriale sud. Ieri sera la protezione civile regionale giudicava la situazione in evoluzione e non abbassava la guardia in attesa delle piogge che hanno caratterizzato la notte.
Le prime avvisaglie si sono avvertite già in mattinata, quando la pioggia ha allagato le strade. Le infrastrutture fognarie e il terreno non riuscivano a contenere l’acqua piovana che, correndo come fiumiciattoli sulle strade, ha causato l’inondazione di una fabbrica, la “M6”, le cui maestranze sono state mandate a casa, e le scuole elementari. Nessun danno rilevante, ma sono dovuti intervenire i vigili del fuoco (subito dirottati verso Moggio Udinese e la Val Canale dove la situazione si stava aggravando), la Protezione civile e gli operai della Conca tolmezzina coordinati dal sindaco Laura Zanella.
Il maltempo ha lasciato molti momenti di tregua, ma nel pomeriggio un ulteriore temporale ha causato l’esondazione del Rio De Gose, posto sul retro del cimitero, che ha allagato il centro del paese, interessando abitazioni e scantinati. Verso sera, durante un sopralluogo sul Monte Amariana, le squadre comunali hanno rilevato una frana sulla strada comunale Amaro – Lisagno che è stata dichiarata chiusa da una ordinanza sindacale. Si raccomanda di non intraprendere questa direzione nel fine settimana, in quanto la strada è intransitabile ed è meta, normalmente, dei tanti escursionisti che vogliono effettuare una gita sul monte Amariana. N
on si registrano altri danni di una certa consistenza, anche se durante i piovaschi le strade regionali, la 52 Carnica in particolare, risultavano intasate d’acqua tanto da rallentare, se non bloccare, a tratti, il traffico veicolare.