Zoncolan: finisce male la tappa Carnica del giro 2011, dopo il Crostis salta anche il passaggio a Tualis

  Una tappa in cui è successo di tutto, ma non tanto dal punto di vista ciclistico quanto da quello meteorologico con tanto di grandinata finale, ma soprattutto da quello delle decisioni della giuria che in pratica ha stravolto la gara. Vi avevamo dato notizia ieri sera della  decisione di far saltare il passaggio sul Monte Crostis , ma era stabilito che la carovana passasse quantomeno dal Tualis (valico più a valle rispetto al Crostis), ma durante la tappa la Giuria stessa ha deciso di tagliare dal percorso anche questa scalata, per giungere direttamente a Ovaro, dove si attaccherà lo Zoncolan. La lunghezza della tappa è stata così tagliata di un'altra ventina di chilometri. Nel momento in cui è giunta in corsa la notizia dell'ulteriore taglio di percorso, c'erano in fuga tre uomini (Rabottini, Brambilla e Tankink) con 7' di vantaggio sul gruppo. Il ritmo del plotone è subito aumentato vertiginosamente, visto che si pensava di dover gestire ancora 40 km di tappa, e invece ne erano rimasti solo 20.

   
 

 Sembra che la causa di questo cambiamento fosse dovuta a un possibile  blocco della corsa a Tualis predisposto da alcuni tifosi, delusi per il mancato passaggio sul Crostis, una forma di protesta che avrebbe interrotto lo svolgimento della tappa. Sarebbe quindi questo il motivo per l'annullamento del passaggio a Tualis, previsto da ieri sera prima dello Zoncolan, nel corso della 14esima tappa del Giro d'Italia.
 
Intanto è esplosa la rabbia degli organizzatori della tappa, per loro un affronto allo sport. vergognoso, che offende chi ha lavorato tanto. La decisione dell’ultimo minuto di far saltare la corsa lungo la Panoramica delle Vette, fa arrabbiare il promoter di tappa, Enzo Cainero, che da mesi si è prodigato, insieme ai volontari, per mettere in sicurezza il tracciato.;Non c’è alcuna motivazione per non correre il Crostis, se non quella del percorso fatto dalle ammiraglie, che sapevano già da mesi – aggiunge – e non è corretto dirlo la sera prima. In tanti, infatti, sono arrivati fino a Tualis per salire sulla Panoramica delle Vette e assistere al giro così; come programmato ormai da tempo. Ed ora si trovano delusi nelle loro aspettative. Oltre 300 appassionati ciclisti, comunque, sono saliti sulla montagna, nonostante la 14/a tappa non passerà ; di lì La gente vuole conoscere un percorso finora sconosciuto.
 
Ma la vicenda non pare finita assolutamente qui.
 
    

6 Risposte a “Zoncolan: finisce male la tappa Carnica del giro 2011, dopo il Crostis salta anche il passaggio a Tualis”

  1. E pensare che si sia voluto esagerare con i salutini? il Mostro zoncolan è diventato un mito, buttarci vicino un ulteriore mostro, e il prossimo anno un altro era in progetto significa esagerare e rischiare che i l giro non passi più dalla carnia per i prossimi 20anni. Dubitare che Cainero abbia peccato di superbia? lasciamo stare i costi altissimi che qui non centrano

  2. aggiornamento del 22/05/2011
    di Alessandro Cesare

    Sono state due telefonate a mutare il destino della tappa tra Lienz e il Monte Zoncolan. Ed entrambe hanno avuto come protagonista Enzo Cainero. La prima si è consumata venerdì alle 21.40, con il "patron" che informava volontari e turisti presenti a Malga Chiadinas che la corsa non sarebbe transitata sul Crostis. La seconda, ieri alle 15.40, quando Cainero ha comunicato agli organizzatori del Giro che non era opportuno far passare i corridori per Tualis e quindi anche per Ravascletto, ordinando la deviazione. Due episodi diversi, ma con un comune denominatore: la cancellazione della salita e della discesa del Crostis dalla tappa di ieri. La decisione in diretta Enzo Cainero ha dovuto decidere in pochi istanti. I corridori stavano per arrivare in val Degano, ma la strada era bloccata da alcuni cittadini della frazione di Tualis, infuriati per il "sacrificio" del Crostis. Qualche parola scambiata con le forze dell'ordine, con i sindaci della zona e con il presidente della Regione Renzo Tondo e poi la comunicazione al telefono al direttore di gara: la corsa non sarebbe più transitata attraverso Tualis e Ravascletto, ma avrebbe puntato direttamente verso lo Zoncolan. Gli spettatori assiepati sui versanti del "mostro" non si sono accorti di nulla, ma per una decina di minuti, in zona traguardo, si sono vissuti attimi da cardiopalma. Le ragioni della protesta Tutto è nato dalla scelta delle squadre di non percorrere il Crostis. Lo sdegno e la rabbia del popolo carnico, solitamente sempre composto e civile, ha superato il limite, mettendo a rischio non solo la tappa friulana, ma addirittura il ritorno della corsa rosa in Carnia. Una protesta covata nel corso della notte, dopo che la notizia della cancellazione del Crostis si era diffusa. Già pochi minuti dopo la chiamata di Cainero, al rifugio di malga Chiadinas, c'era chi gridava vendetta: «Non possiamo farci prendere in giro in questo modo – commentava "a caldo" uno degli ospiti della struttura -. Fermiamo il Giro, facciamo vedere che la gente della Carnia non accetta di farsi sottomettere». Una delusione diffusa Nell'arco di pochi minuti, quella che era una vigilia di festa, si è trasformata in un incubo. Venerdì sera malga Chiadinas stava ospitando alcuni dei volontari impegnati il giorno successivo per la tappa. Il clima era festoso, tra brindisi e buoni auspici per la corsa di sabato, nonostante il freddo pungente della serata. Poi la chiamata di Cainero ha rovinato tutto. I sorrisi sono diventati musi lunghi, e gioia per l'arrivo della corsa rosa si è trasformata in rabbia. «È una vergogna, non c'è alcun rispetto per il lavoro delle persone – commentava un volontario della Protezione civile -. Abbiamo preparato tutto al meglio e ora, poche ore prima della tappe, vogliono bloccare tutto? Non mi sembra corretto». Mentre all'interno del rifugio divampava la discussione, sono arrivati due ciclisti provati dall'ascesa notturna del Crostis. «Perché non passa la tappa? – hanno commentato – Abbiamo fatto fatica per arrivare fino alla cima per cosa? Il nostro è stato uno sforzo sprecato, però ne valeva la pena, e i corridori non sanno cosa si perdono».

  3. aggiornamento del 22/05/2011

    di Alessandro Cesare

    La notizia circolava già da qualche ora. Alcune "teste calde" di Tualis, frazione di Comeglians, avevano in mente di bloccare la tappa per "vendicare" la cancellazione del Crostis. Una rabbia diffusa in tutta la frazione, ma concretizzata in gesto plateale soltanto da sette o otto persone, che hanno pensato di sdraiarsi sull'asfalto poco prima dell'arrivo della corsa. Il patron della tappa friulana del Giro, Enzo Cainero, ha dovuto scegliere tra il rischio di compromettere la credibilità acquisita in questi anni di tappe mettendo a rischio la regolarità della corsa, o cambiare il percorso all'ultimo istante. Così ha fatto, facendo imboccare direttamente lo Zoncolan senza transitare per Tualis e Ravascletto. Questo è quello che è avvenuto ieri pomeriggio, qualche ora prima della vittoria di Igor Anton sullo Zoncolan. La decisione di Cainero però, non è stata né semplice né immediata. E ha creato momenti di vera agitazione in zona traguardo. A fare crescere l'inquietudine è stata la conferma che alcuni cittadini di Tualis si erano sdraiati in mezzo alla carreggiata. Sullo Zoncolan arriva il sindaco di Comeglians, Flavio De Infanti. Dice di non essere riuscito a placare gli animi e di essersene andato per non dover essere «costretto» dalla sua gente e schierarsi contro il Giro d'Italia. Sono circa le 14.30. Sotto l'arrivo si creano diversi conciliaboli. Gli amministratori carnici discutono tra loro e la tensione cresce tra il vicesindaco di Ravascletto, Sandro De Infanti, e il sindaco di Comeglians De Antoni. Cainero parla spesso con Ezio Gaetano, responsabile della Squadra Mobile di Udine per verificare il da farsi. Arrivano anche il presidente della Regione Renzo Tondo e l'assessore allo sport Elio De Anna. Cainero spiega la situazione anche a loro. In pochi minuti però tutto precipita. Le forze dell'ordine non garantiscono che con un uso della forza verso i "ribelli" di Tualis si possa garantire un transito tranquillo dei corridori. Cainero allora sceglie di escludere dal percorso Tualis e Ravascletto. La comunicazione al direttore di corsa la dà con il suo telefono cellulare.

  4. Le "teste calde" erano ragazzi, madri di famiglia, pensionati, tutti di Tualis e dintorni, esasperati per essere stati illusi, sfruttati e buttati in un angolo dai soliti potenti di turno. Avevano semplicemente stabilito di rimanere in strada fino all'ultima intimazione da parte della polizia ad alzarsi, perchè ritenevano che la protesta "ufficiale" prevista dalle istituzioni locali (scritte e striscioni) sarebbe stata esclusa dalle riprese televisive, mentre con un tentativo di blocco qualcuno per forza avrebbe per lo meno scritto un articolo e fatto qualche foto e qualche ripresa. Giusto o sbagliato? Tra gli stessi abitanti c'era chi preferiva attenersi alle indicazioni delle autorità e limitarsi a fischi e cartelli. Io so che conosco una per una quasi tutte quelle persone, dato che mia madre è di Tualis, e che per questo giro avevano tutti dato l'anima da mesi. Capisco i politici locali che, razionalmente, hanno cercato di placare i bollori, dato che quello è il loro mestiere, ma nutro un profondo rispetto per le "teste calde", tra cui c'erano anche volontari che sul Crostis avevano lavorato fino alla sera prima, che di fronte ad una tale presa in giro hanno rifiutato il contentino del passaggio per la piazza ed hanno urlato che chi non voleva la loro montagna non sarebbe entrato nel loro paese. "Teste calde": la signora che faceva da portavoce alla protesta alla fine ha offerto dell'acqua ai poliziotti perché potessero dissetarsi dato il sole cocente. Questa è la Carnia e questa è Tualis, non quella descritta dal signor Cesare, al quale se non era a Tualis consiglio di verificare meglio le sue fonti e, se era presente, un po' più di obiettività.
    Tiziano
    [nota:questo commento comparirà talquale anche sul sito del MV, non appena l'articolo sarà disponibile per i non abbonati]

  5. Da ex ciclista e da motociclista ora (faccio la motostaffetta ad alcune gare ciclistiche)posso solo dire che l'annullamento del Crostis è stata una cosa vergognosa da parte del Presidente dell'UCI (da quello che so è stato lui a dare lo stop) che non ha visto il Crostis però mi viene da fare un paio di riflessioni. Il Presidente in questione è amico di Riis (manager di Contador) .La maglia rosa è indagato (il processo si terrà a Losanna i primi di Giugno a giro finito) per doping ma è stato ammesso al Giro ugualmente, al Tour de France non avrebbe potuto (sono un pò più severi forse?) .Sempre la maglia rosa in discesa non va granchè a differenza di altri (Nibali e Scarponi per esempio) ,basta vedere i distacchi che sono riusciti a dargli su discese anche facilmente guidabili e mi viene da pensare che la discesa del Crostis lo avrebbe messo in seria difficoltà facendogli perdere magari tutto quel vantaggio che aveva raggranellato nelle tappe precedenti. Non discuto sulle indubbie capacità atletiche di Contador che è un professionista sicuramente molto forte ed ottimamente preparato,sicuramente mi sbaglio ma da Friulano ed ex ciclista un dubbio,magari piccolino, sul fatto che qualcuno abbia fatto l'impossibile perchè la maglia rosa rimanesse a Contador lo posso avere?  

  6. Bah,
    certo non è una bella figura per la Carnia.

    Gli amministratori locali farebbero meglio a gestire i problemi delle proprie comunità anziché a puntare tutto su improbabili e screditati salvatori che non riescono nemmeno a mantenere le proprie promesse.

    Più che amministratori, sembrano dei tifosi. Un po' come Alemanno che proponeva di "rilanciare" Roma facendo girare il Gran Premio per le strade dell'EUR…

    Facciano passare il Giro per i paesi (nemmeno questo sono riusciti a fare!) e per quel disastro ecologico che è lo Zoncolan e lascino monte Crostis alla natura, alle marmotte e alle mucche. A che pro portarci migliaia di tifosi, tutti produttori di rifiuti, pipì e popò, da lasciare in un ambiente delicatissimo ai margini del Parco regionale se in 37 km di percorso vi è una, dico una sola attività economica, e cioè la malga Chiadinis? Quale beneficio ne dovrebbero trarre le comunità?

    Solo animali spaventati (che ne dicono i cacciatori? niente come al solito?) e rifiuti sparsi per i pascoli…

I commenti sono chiusi.